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Dopo la protesta dei sindacati per le enormi spettanze arretrate arriva in sede giudiziaria la nuova tegola per il Corap, il consorzio regionale che raggruppa le ex Asi provinciali. Un ricorso al Tar, preparato dal disciolto organismo di Crotone, è stato presentato in queste ore per tentare di bloccare la fusione prevista da una norma varata nella precedente legislatura e confermata dalla giunta Oliverio.
Il Corap, la cui guida è stata affidata nel giugno scorso ad un nuovo commissario - questa volta la dirigente regionale della Ragioneria, Rosaria Guzzo - torna dunque nella bufera anche per via delle resistenze che arrivano dai territori. Anche in passato si era fatto ricorso al Tribunale, ad agire in quel caso era stato il consorzio di Cosenza, segno evidente che sindaci, enti, camere di commercio e soci radicati nelle province non ci stanno a perdere il controllo diretto sulle politiche industriali e contestano la centralizzazione voluta dalla regione.
La nascita del Corap fin qui non ha risolto neanche l'annoso problema degli stipendi arretrati, in qualche caso mancano all'appello fino a 16 mensilità, e vani si sono fin qui rivelati gli sforzi di assicurare le spettanze tramite la richiesta alle banche di una massiccia fideiussione. La soluzione prospettata dalla commissaria Guzzo e dall'assessore Carmela Barbalace, infatti, sarebbe impedita dalla elevatissima esposizione debitoria che si registra nei vari consorzi, per via della difficile riscossione e della morosità dei soci.
Emblematico il caso dell'ex Asi di Reggio Calabria che, sottoposto in questi giorni ad un nuovo accertamento fiscale da parte delle Agenzia delle Entrate, avrebbe all'attivo un credito che sfiora i 2.000.000 di euro. Risorse che non possono essere incamerate in costanza delle nuove verifiche in corso. Vista la volatilità dei conti e il quadro politico ben lontano dall'essere stabilizzato dopo l'accorpamento e la nomina in pochi mesi di ben due commissari, la nuova tegola del ricorso rianima i soliti dubbi sul rilancio dell'ente subregionale e ne aggiunge di nuovi: passerà una riforma del settore che avviene "contro" i dipendenti e "contro" gli enti territoriali?
Agostino Pantano