I monitor accessi solo in occasione del primo controllo ispettivo con la raccomandazione di spegnerli immediatamente dopo. E la piena consapevolezza tra gli operatori sanitari dell’inesistenza di un reparto Utic nella clinica privata Sant’Anna Hospital di Catanzaro. Nelle cinque degenze dichiarate dal management aziendale e accreditate al sistema sanitario regionale erano ricoverati pazienti ordinari in assenza di strumentazione specifica. Inesistente «il contropulsatore aortico, l’apparecchiatura di ultrafiltrazione, il respiratore ed il rilevatore di pressione invasiva».

Monitor spenti

Oltre ai monitor, usualmente in dotazione alle postazioni Utic, spenti. Così li hanno trovati i militari della guardia di finanza durante i sopralluoghi all’interno della clinica per verificare l’esistenza dei requisiti minimi. La meticolosa attività di controllo in materia di spesa pubblica si è di recente chiusa con l’invito a fornire deduzioni su un nuovo, presunto, danno erariale.

Un nuovo danno erariale

La clinica privata, oggi in liquidazione giudiziale dopo le ripetute inchieste penali e contabili che ne hanno terremotato i conti, viene nuovamente chiamata a rispondere di indebite percezioni di denaro pubblico dalla Procura della Corte dei Conti. L’invito a dedurre è rivolto alla stessa struttura sanitaria Villa Sant’Anna, all’ex presidente del consiglio di amministrazione Rosanna Frontera e all’ex direttore generale Giuseppe Failla.

Leggi anche

Prestazioni fittizie

Per le fiamme gialle che hanno aperto un nuovo fascicolo contabile sarebbero loro i responsabili del danno erariale quantificato in 680mila euro. Il valore delle somme che la clinica privata avrebbe ricevuto nel 2016 per «prestazioni fittiziamente rese in Utic». Funzioni non tariffabili, ovvero contributi regionali aggiuntivi a copertura dei costi per servizi di alta specialistica. Secondo le attività d’indagine, quelle dell'Utic inesistenti.

L'Utic per degenti ordinari

Le stanze dotate di cinque posti letto sono «sempre stati utilizzati per ricoveri cardiologici ordinari», all’atto del primo accesso da parte della guardia di finanza «veniva comunicato dalla signora Rosanna Frontera di accendere i monitor e la consolle centrale, fino ad allora rimasti spenti, e che nel pomeriggio alle ore 17 veniva comunicato che i monitor potevano essere spenti e che le due stanze potevano tornare ad essere utilizzate per le degenze ordinarie».

I racconti del personale sanitario

Questo il tenore dei racconti del personale sanitario che nella struttura sanitaria ci lavorava ogni giorno. Addirittura un cardiologo interventista sollecitato ad avviare l’Utic si era rifiutato – tra il 2013 e il 2014 - «anche perché non sussistevano le risorse mediche e paramediche per il funzionamento». E però la clinica avrebbe continuato a ricevere rimborsi dal servizio sanitario regionale, asseritamente indebiti.

I requisiti per l'accreditamento

Che la clinica privata non possedesse i requisiti minimi per l’accreditamento dell’Utic lo aveva già appurato la commissione dell’Asp di Crotone nel 2013. L’Asp di Catanzaro si era poi limitata a prescrivere una serie di adempimenti da perfezionare entro una data scadenza, tra cui la riduzione dei posti letto da 5 a 4. Effettivamente riscontrata dalla commissione aziendale benché in tutti i successivi atti relativi agli accreditamenti e alle contrattualizzazioni annuali i posti letti accreditati sarebbero risultati sempre 5.

Un controllo solo documentale 

Nel rinnovo per le annualità 2017 e 2018 «diversamente che per le altre strutture private accreditate» al Sant’Anna Hospital è stato eseguito un controllo «solo in via documentale senza effettuare mai nessun sopralluogo, limitandolo dunque alla sussistenza del requisito organizzativo».

Il danno effettivo

Difficile però per le fiamme gialle riuscire a quantificare l’effettivo danno alle casse degli enti pubblici. A tale proposito sono stati anche interrogati i funzionari e dirigenti dell’Asp di Catanzaro dell’epoca: il sistema di tariffa onnicomprensivo non consente di ripartire la quota per le prestazioni rese in ogni singolo ricovero (ad esempio, il passaggio dalla terapia intensiva, all’Utic e al reparto ordinario).

Prestazioni nel mucchio

Così, sebbene, «nei dgr chiesti a rimborso e pagati dal 2013 al 2019 per 9.137.124 euro, da Villa Sant’Anna risultano essere stata inserite anche prestazioni Utic in realtà mai erogate unitamente però ad altre prestazioni di specialistica effettivamente fornite al paziente», per la finanza, tuttavia, non è stato possibile determinare il danno effettivo.

Le funzioni non tariffabili

Diversamente, «è stata raggiunta la piena prova che la clinica ha percepito dal servizio sanitario regionale somme per l’annualità 2016 in virtù delle prestazioni fittiziamente rese dall’Utic per le cosiddette “funzioni non tariffabili”». 136mila euro per posto letto, cinque quelli accreditati alla clinica privata per un valore complessivo di 680mila euro di presunto danno erariale.