Quarantamila metri cubi. È ciò che fa la differenza tra una gestione ordinaria e una gestione straordinaria. La Calabria per il secondo anno consecutivo si prepara ad affrontare la stagione estiva abbandonando il tipico approccio emergenziale e puntellando un sistema che – seppur ancora tra evidenti limiti – dovrebbe consentire nei prossimi anni l’autosufficienza nel ciclo di trattamento e smaltimento dei rifiuti.

Apnea estiva

Quarantamila metri cubi è, infatti, la quota di scarti prodotta dagli impianti nella sola stagione estiva, periodo dell’anno in cui storicamente il sistema va in apnea e necessita di uno sfogo oltre i confini regionali. Una strada che si continua a battere, tuttora, come ha confermato lo stesso assessore all’Ambiente, Marcello Minenna, ma apportando gli opportuni correttivi. «L’uso di siti extra-regionali sta continuando ad avvenire ma solo in minima parte e potrebbe in futuro verificarsi tale necessità solo ed esclusivamente in occasione di criticità impreviste» ha chiarito.

Le discariche attive

«Tuttavia, l’azione di Arrical di concerto col governo regionale – ha aggiunto - ha consentito di ridurre l’utilizzo di siti esterni per cui si ritiene che nella imminente estate i siti regionali possano assorbire il peso degli scarti prodotti». Secondo quanto riferito, al momento in Calabria risulta attiva la discarica privata di Scala Coeli di San Giovanni in Fiore e quella pubblica di Cassano allo Ionio ma durante l’estate un ulteriore rinforzo al sistema di smaltimento dei rifiuti dovrebbe giungere dai siti di Catanzaro, di Lamezia Terme e dal termovalorizzatore di Gioia Tauro.

Catanzaro e Lamezia

Nella città capoluogo, ad esempio, sono stati aggiudicati i lavori per la realizzazione di una nuova discarica in località Alli con una capienza massima di 130mila metri cubi. L’assessore ha rassicurato che «si conta di avere un primo lotto usufruibile durante l’estate». Circa 30mila metri cubi a cui si aggiungerà quel che resta della discarica ormai satura di Lamezia Terme: «Saranno utilizzati i volumi in sovra banco residui» precisa Minenna. Altri 40mila metri cubi ricavati dal naturale assestamento degli scarti.

Gioia Tauro

Vi è poi il capitolo termovalorizzatore. A Gioia Tauro al momento lavora a pieno regime una sola linea con una capacità di duecento tonnellate al giorno. Sulla seconda, dal primo di maggio, sono in corso le operazioni di revamping che a fine giugno dovrebbero concludersi e consentire di bruciare una identica quantità di combustibile solido secondario (CSS): quattrocento tonnellate al giorno e una potenzialità di 36mila tonnellate spalmate tra i mesi di luglio, agosto e settembre.

A regime

«A seguito del completamento delle attività già avviate, dal mese di gennaio l’impianto di Gioia Tauro ha già termovalorizzato al 30 aprile circa 32mila tonnellate di CSS» ha aggiunto ancora l’assessore all’Ambiente. «Sono, inoltre, in corso ulteriori lavori di manutenzione straordinaria che consentiranno, a partire dal mese di luglio, di incrementare stabilizzando le performance di termovalorizzazione. Questo consentirà di garantire una capacità di ricezione nell’impianto per il 2023 in linea alla massima capacità autorizzata: 240mila tonnellate all’anno. Ciò nell’ultimo decennio è avvenuto solo nel 2019».

Energia elettrica

Per raggiungere l’obiettivo sarà anche necessario adeguare la maggior parte degli impianti di trattamento dei rifiuti calabresi che per ora in uscita non producono combustibile solido secondario, ovvero il materiale idoneo al processo di termovalorizzazione. Una duplice azione – adeguamento degli impianti e aumento di combustibile – che potrebbe comportare benefici per i calabresi per effetto della produzione e vendita di energia elettrica quale risultato del processo di termovalorizzazione. Oltre ad una sensibile riduzione del ricorso alle discariche, siti in cui al contrario si paga per tombare rifiuti.