Per i giudici amministrativi non vi è alcun pericolo di scarsa rappresentatività delle realtà produttive locali. La legge ha introdotto la possibilità di nomine da parte della nuova giunta
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Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso proposto da Ance Crotone che aveva impugnato dinnanzi ai giudici amministrativi una ordinanza di primo grado riguardante il riordino delle funzioni e del funzionamento delle Camere di Commercio.
In particolare, Ance Crotone aveva già impugnato il decreto del Presidente della Giunta Regionale del giugno 2022 con il quale veniva determinato il numero dei rappresentanti del Consiglio camerale della istituenda Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia.
Successivamente, al vaglio del Consiglio di Stato è finita anche una ordinanza che aveva ritenuto prevalente l’interesse pubblico al completamento della procedura. In sintesi, Ance Crotone rilevava profili di illegittimità nella violazione dei criteri legali posti a garanzia della rappresentatività delle realtà produttive locali.
Ma i giudici amministrativi hanno respinto anche questo ricorso argomentando come se da un lato la legge imponga «una accelerazione dei procedimenti di riordino pendenti, dall’altro, a tutela del principio di rappresentatività, apporta una significativa modifica». Infatti si introduce un comma che consente alle giunte delle camere di commercio di nominare tra i propri membri uno o più vice presidenti al fine di garantire la rappresentanza equilibrata delle circoscrizioni territoriali coinvolte nei medesimi processi di accorpamento.
Per il Consiglio di Stato, in sintesi, non vi è «periculum» in quanto le nomine «possono essere determinate dalla Giunta di nuova nomina». Per questa ragione ha respinto l’appello.