Dopo l’ennesimo episodio ai danni di un operatore del 118, Stanganelli interviene: «Il mio un segnale forte per reprimere un fenomeno che mina l'efficienza e la qualità dei servizi»
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Il Garante della Salute si costituirà parte civile in tutti i procedimenti penali per aggressioni ai danni del personale sanitario. Lo ha comunicato questa mattina la Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, dopo l’ennesimo episodio di violenza, avvenuto questa volta all’ospedale San Francesco di Paola.
Ieri notte intorno all’una un operatore del 118 che stava portando un paziente in barella dall’ambulanza all’accettazione del Pronto Soccorso, è stato aggredito dal figlio di quest’ultimo e preso a pugni. Solo l’intervento dell’autista e dell’infermiere ha scongiurato che la situazione precipitasse. L’uomo accusava gli operatori del 118 di non avere azionato la sirena dell’ambulanza durante il trasporto del padre in ospedale.
Interviene il Garante della Salute
«Ho dato mandato all’avvocato Stefania Valente, legale dell’Ufficio del Garante della Salute, di avviare tutte le iniziative necessarie per la costituzione di parte civile del Garante della Salute in tutti i procedimenti penali per aggressioni ai danni del personale sanitario - fa sapere Stanganelli - a seguito dei gravi episodi di violenza commessi ai danni di professionisti sanitari soprattutto nei Pronto soccorso e nelle postazioni di continuità assistenziale, ovvero là dove i servizi sono particolarmente caratterizzati da una gestione di situazioni di emergenza e da prestazioni di elevata complessità. Esprimo profonda preoccupazione per vicende che, nel tradursi in aggressioni fisiche, verbali o di comportamento, minano la sicurezza nella sanità rendendo più vulnerabile l’ambiente di lavoro».
Stanganelli: «Le violenze contro i medici minano il diritto alla salute»
Dopo i casi di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Locri e ora Paola, secondo Stanganelli esiste un fenomeno culturale che dipende anche dalla carenza di personale, che richiede risposte veloci dalle istituzioni.
«La violenza nel settore sanitario - dice ancora la Garante regionale della Salute - compromette irreversibilmente la qualità della sicurezza delle cure, poiché produce conseguenze non solo sulla salute dei lavoratori come depressione, rabbia, irritabilità, perdita di fiducia in sé stessi e burnout, ma determina ricadute negative anche sull’ operatività e sull’organizzazione dei presidi sanitari nel loro complesso, riducendo l’efficienza della struttura e la qualità del servizio».
Abbandono del lavoro, richiesta di trasferimento dalla medicina d’emergenza, riduzione della relazione con i pazienti e assenteismo sarebbero tutte conseguenze delle aggressioni agli operatori sanitari, con la conseguenza per tutti di ricevere servizi peggiori e a costi più elevati.
«Cosí si mina il diritto fondamentale dei cittadini alla salute e la garanzia che agli utenti vengano garantiti i servizi e le prestazioni inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza - termina Stanganelli - Ecco perché il Garante, nello stigmatizzare con forza questi episodi di violenza e nell’esprimere solidarietà e vicinanza alle vittime, intende offrire un segnale forte nella direzione della deterrenza e repressione del fenomeno».