Difendono il diritto allo studio. Pretendono spazi idonei alle attività scolastiche. Temono che, a causa dei necessari lavori di adeguamento sismico, la loro scuola, il Liceo Statale Vito Capialbi di Vibo Valentia, venga smembrata in più sedi, con disagi sul piano logistico e didattico.

Per questo circa 1400 studenti dell’istituto superiore vibonese hanno fatto sentire la propria voce questa mattina davanti alla Prefettura, invocando una mediazione del rappresentante territoriale del Governo sulla Provincia, l’Ente demandato a gestire l’edilizia scolastica di secondo grado.

«Chiediamo di essere ascoltati dalle Istituzioni - afferma Gioia Belvedere, che apre il corteo megafono in mano -, non abbiamo sedi al momento e quelle proposte non sono accettabili, non siamo pacchi da collocare. Vogliamo capire se esistono sistemazioni più idonee, più facilmente raggiungibili e che, soprattutto, siano in sicurezza».  

Diverse le opzioni sul tavolo per lo spostamento delle aule, ma nessuna sembra al momento incontrare il favore degli studenti e del corpo docente. Nessuna sembra, infatti, garantire adeguate possibilità di svolgere attività didattica per un liceo che ha tra i suoi indirizzi anche quello musicale e coreutico.

«È una manifestazione serissima - ha detto Donatella Bruni, docente scesa in piazza al fianco degli studenti -. I ragazzi sono preoccupati per il loro diritto allo studio che rischia di essere leso. L’Amministrazione provinciale non ha pensato di programmare e conciliare i lavori con le attività didattiche. La scuola quindi diverrà un cantiere aperto per lavori, certamente utilissimi e necessari, che la Provincia avrebbe dovuto però programmare con più attenzione».

Due i problemi principali, espressi anche in un documento approvato dall’assemblea studentesca d’istituto: «la convivenza con il cantiere – spiega Donatella Bruni -, perché i lavori interesseranno solo la parte centrale dell’edificio e non è chiaro se verranno eseguiti mentre nelle altre aree della scuola saranno in corso le lezioni. Vi è poi la questione della collocazione delle aule direttamente interessate dai lavori. La Provincia ha proposto uno spostamento nei plessi degli istituti Industriale, Tecnico per geometri e Alberghiero, vale a dire a circa tre chilometri dalla sede centrale. Si pone quindi il problema oggettivo di garantire la sicurezza degli alunni. Ci voleva, a nostro avviso, semplicemente una programmazione diversa e la volontà di trovare soluzioni di fronte alle problematiche serie poste dalla scuola».

A fine corteo giunta la notizia di un tavolo tecnico che si terrà mercoledì prossimo e che vede coinvolti Prefettura, Provincia e dirigenza scolastica al fine di trovare una soluzione idonea in grado di tranquillizzare studenti e docenti.