«Non avrei mai voluto scrivere, non è il mio stile ma sento il dovere e la necessità, ho dovuto farlo perché lo sento, anche se sono consapevole che in questi momenti dovrebbe regnare il silenzio». Esordisce così don Paolo Ielo, parroco di Condera e insegnante, in un post pubblicato sul suo profilo Facebook ricordando Nino Candido, il vigile del fuoco che ieri ha perso la vita insieme ad altri due colleghi nell’esplosione di una cascina nell’Alessandrino. È il ricordo di un giovane, cresciuto a Reggio Calabria dove aveva studiato, è il ricordo di un 32enne che amava il suo lavoro proprio come il papà Angelo. È il ricordo di un ragazzo che amava la vita, che amava la sua dolce Elena. Con lei desiderava costruire una famiglia e avere bambini. Sogni e sorrisi spazzati via da una tragedia immane.

 

«Sono passati 13 anni, oggi leggere quel nome è quel cognome – scrive Don Paolo - mi hanno riportato indietro nel tempo ai banchi di scuola quando adolescente volevi fare il grande, mi hai fatto arrabbiare...eri esuberante, ti ho rivisto qualche mese fa ti sei ricordato fissandomi...mi hai urlato professore “vi ricurdati cu sugnu” chi mai può dimenticare... ti ho risposto, mi hai detto che da poco eri felicemente vigile del fuoco ne eri fiero che ti eri sposato e che presto volevi diventare papà, questo me lo hai detto con il sorriso e con quello sguardo che per me è stato sempre disarmante. Vicino alla tua sposa a mamma e papà perché possano nel tuo sorriso e nella consolazione della fede trovare il coraggio per guardare alla vita con occhi di speranza. Non sei un eroe Antonio, sei un uomo che ha scelto di amare la vita e il suo lavoro».

 

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