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La sua storia aveva profondamente colpito i nostri lettori. Marta, 40anni, disoccupata, madre di tre figli ai quali non poteva comprare neppure il panino della merenda a scuola, era letteralmente disperata. Le avevamo chiesto come vedeva il suo futuro: «Tutto buio… vedo tutto buio», rispose torturandosi le mani.
A diradare l’oscurità che gravava sulla sua vita e su quella della sua famiglia è stata la cooperativa Stella del Sud di San Nicola da Crissa, impegnata in vari settori tra cui il sociale.
Dopo l’interessamento delle testate giornalistiche del gruppo LaC, che hanno raccontato la storia di questa donna rimasta senza lavoro e senza speranza, è arrivato il riscontro più importante: un contratto come operatore sociale, per la durata di un progetto di assistenza domiciliare agli anziani che la cooperativa sta svolgendo per conto del Comune di Vibo Valentia.
Per ora, dunque, Marta (nome di fantasia per tutelare la sua privacy) può tirare un sospiro di sollievo e guardare avanti con più fiducia. A convincerla ad accettare il nostro invito a farsi intervistare era stato don Peppino Fiorillo, noto per il suo impegno antimafia e per la sua strenua lotta contro la povertà, vero punto di riferimento per quell’esercito di invisibili che si muove dietro le quinte di una città, Vivo Valentia, che sembra ignorare la dimensione del dramma che si consuma in centinaia di famiglie.
«Siamo rimasti particolarmente colpiti dalla storia di Marta - dice Pasquale Fera, il vice presidente della cooperativa che l’ha assunta -, e dopo il vostro servizio l’abbiamo cercata per offrirle un’opportunità di lavoro che ha immediatamente accettato. Ne siamo felici, anche se, purtroppo, è solo una goccia nel mare, perché in Calabria sono tante le persone nella sua situazione».
Un contesto sociale estremamente difficile, che sembra contraddire anche il moderato ottimismo degli indicatori macroeconomici, che raccontano di una ripresa in atto che però, nei fatti, i più non vedono, come recentemente confermò lo stesso don Fiorillo, quando l’incontrammo insieme a Marta.
«Ci sono tantissime famiglie – affermò il sacerdote – alle quali staccano la luce, che non hanno più il riscaldamento, persone che addirittura rinunciano a curarsi perché non se lo possono permettere. Situazioni molto più frequenti di quanto si possa credere, perché si tratta di famiglie che fino a qualche tempo fa riuscivano ancora ad andare avanti con dignità, poi la mancanza di lavoro si è fatta cronica e queste persone sono lentamente ma inesorabilmente scivolate nell’indigenza. Una povertà invisibile, di cui spesso non ci accorgiamo».
Enrico De Girolamo
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