Il 23enne, arrestato in Calabria nel novembre scorso, è accusato di omicidio stradale. Nello scontro tra un trattore e un’auto, nel Paese d'origine, morì il fratello
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Non sarà estradato in Ucraina perché questo «Stato non è in grado di garantire che sia giudicato da un tribunale che offra le garanzie procedurali fondamentali e la protezione dei diritti della difesa». Con queste motivazioni la Corte d'Appello di Reggio Calabria, presieduta da Alfredo Sicuro, ha rigettato l'estradizione di un giovane di 23 anni, Vitalii Orletskyi, arrestato nella città calabrese dello scorso novembre perché accusato di un omicidio stradale avvenuto in Ucraina nel 2021 quando, in scontro tra un trattore e un'auto, è morto suo fratello.
Accogliendo la tesi dell'avvocato Giancarlo Liberati, difensore di Orletskyi, i giudici di Reggio Calabria hanno deciso che il giovane non può essere consegnato all'Ucraina perché lì sarebbe «sottoposto ad un procedimento che non assicura il rispetto dei diritti fondamentali e vi è motivo di ritenere che lo stesso verrà sottoposto ad atti che configurano violazione di uno dei diritti fondamentali della persona».
Per motivare la sentenza, la Corte d'Appello si è rifatta alla decisione della Corte europea per i diritti dell'uomo sul caso Sukachov, nell'ambito del quale la Cedu ha riscontrato «un problema strutturale e persistente nel sistema carcerario» dell'Ucraina. A rafforzare la decisione dei giudici italiani c'è pure il fatto che «alla luce dello scoppio del conflitto russo-ucraino» l'Ucraina ha «esercitato il suo diritto di derogare agli obblighi derivanti dai trattati da essa ratificati, in particolare agli obblighi previsti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo».