Avvisi molto allarmanti sono stati pubblicati sui siti ufficiali di diversi Comuni insieme ai numeri da chiamare per eventuali avvistamenti. La questura di Cosenza ha diramato un'allerta simile ma per ora non ci sono denunce ufficiali
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Ci sono due notizie, una buona e l'altra cattiva. La buona è che non in tutti i Comuni che diffondono l'avviso si sono verificati episodi furti o violenze da parte di chi diceva di voler solo consegnare mascherine. La seconda è che si sono registrati in diverse località d'Italia. Pertanto, molti amministratori stanno mettendo in guardia la popolazione chiedendo di non aprire la porta agli sconosciuti, indipendentemente dal fatto che accaduto o meno nelle loro comunità, specificando che nessun ente pubblico ha concesso l'autorizzazione per le consegne a domicilio di dispositivi di protezione contro il coronavirus.
Una fake news... a metà
Sono già numerosi gli avvisi che compaiono sui siti ufficiali dei Comuni e nella giornata di ieri in un primo momento la vicenda era anche stata bollata come una fake news, una notizia inventata di sana pianta. È accaduto anche in Calabria, nella città di Scalea, dove il commissario prefettizio Giuseppe Guetta ha ritenuto doveroso avvertire la popolazione. Allertate per la verifica della notizia, le forze dell'ordine hanno detto di non avere alcuna segnalazione in merito su tutto il territorio che va da Tortora a Bonifati. Eppure l'annuncio è ancora in bella vista sul sito ufficiale del Comune. «Al riguardo - si legge - nel precisare che questo ente non ha dato disposizioni in merito (che sarebbero comunque precedute da un avviso pubblico anche tramite il proprio sito internet), si invitano i cittadini a non aprire le porte di casa a sconosciuti e a segnalare eventuali tentativi di ingresso alle forze dell’ordine». Tradotto: non è accaduto qui, ma siete avvisati. Successivamente, anche il Comune di Cetraro ha diramato il medesimo avviso.
L'avviso della questura di Cosenza
A dimostrazione che la preoccupazione di visite indesiderate in casa propria non sia del tutto infondata, in giornata anche la questura di Cosenza ha diramato un avviso piuttosto simile. «Non è stata rilasciata alcuna autorizzazione a personale medico o paramedico per la distribuzione di mascherine o altri strumenti medicali - si legge nel documento -. Pertanto, nel caso qualcuno si presenti travestito da medico o paramedico dichiarandosi autorizzato, bisogna avvisare immediatamente le forze dell'ordine».