Nessun reato d’abuso d’ufficio commesso. Così ha stabilito il Tribunale di Lamezia Terme in composizione collegiale nell’ambito del processo che ruota attorno ad una registrazione sanitaria fatta avere alla famosa azienda vitivinicola Odoardi in maniera, secondo l’accusa, illecita.

A essere assolti il dipendente dell’Asp di Catanzaro Angelo Giovanni Romeo, assistito dall’avvocato Gianluca De Vito, il dipendente del Comune di Nocera Terinese Eugenio Giovanni Macchione, difeso dall’avvocato Ortensio Mendicino, e Gregorio Lillo Odoardi, titolare delle omonime cantine.

Il Collegio (Presidente Silvestri, a latere Foresta e Riccio) non ha individuato «violazioni di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità», come disposto dalla nuova formulazione del reato di abuso d’ufficio, pertanto, il Tribunale ha disposto l’assoluzione degli imputati.

I magistrati avevano accolto la richiesta preliminare formulata dai legali «poiché il fatto non è più previsto dalla legge come reato, a fronte della riforma del delitto di abuso d’ufficio, introdotta con il D.L. n.76/2020. Il processo continuerà invece, per le restanti posizioni degli altri imputati, Lillo Gregorio Odoardi e Spalletta Barbara, pur essendo stata dichiarata – specificano i legali -  la prescrizione del capo 1) del capo d’imputazione relativo al reato di truffa».