Nella giornata di ieri la quarta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Catanzaro che aveva confermato il sequestro preventivo dell'azienda vinicola G.B. Odoardi e dell’immobile sito in contrada Campo Dorato nel comune di Nocera Terinese.


«Con tale provvedimento, nuovamente, la Suprema Corte censura l’operato del Tribunale lametino - afferma Ferdinando Palumbo, legale di Gregorio Lillo Odoardi -. Non più di un mese fa era stato disposto l’annullamento senza rinvio del sequestro conservativo delle attrezzature in uso all’azienda agricola G.B. Odoardi di Gregorio Lillo Odoardi), ed in particolare sulla insussistenza di presunti diritti del Consorzio Agricolo Scavigno sui beni di proprietà esclusiva di Gregorio Lillo Odoardi».


«A breve, si spera, che in esito all’instaurando giudizio davanti alla nuova sezione del Tribunale del Riesame di Catanzaro, che si dovrà inevitabilmente uniformare ai all’indirizzo dettato dalla Suprema Corte, l’azienda sequestrata, unica titolare del marchio Odoardi, possa tornare a vinificare – aggiunge - e a dare a lustro all’intera regione come fa da oltre trenta anni».


Davanti alla Suprema Corte, Gregorio Lillo Odoardi è stato difeso dagli avvocati Ferdinando Palumbo e Antonio Iaconetti. La vicenda nasce nel 2017 quando il Nas sequestrò le cantine Odoardi in seguito ad una querela sporta per appropriazione indebita di beni all’interno di una contesa familiare sull’eredità del marchio e degli immobili. In particolare, il commissario nominato dal Tribunale per liquidare il consorzio che gestiva fino a poco tempo fa le cantine ha presentato una querela contro una delle aziende agricole, componenti dello stesso consorzio, accusandola di appropriazione indebita di beni.