Riceviamo e pubblichiamo da Vincenzo Speziali.

Talvolta, qualcuno, mi imputa (quasi fosse una colpa che non è) di possedere - quindi relativamente dispensare - un senso di umorismo caustico, il quale, patti chiari, ammetto di avere e non lesinare.

D'altronde, dovendo affrontare argomenti seri e, spesso, purtroppo, oltremodo raccapriccianti - quali il triste scempio della (in)giustizia italiana, oppure lo stato non di Diritto, bensì di 'rovescio' ed infine le tensioni sociali e, cosa più scabrosa, l'insulsaggine della 'bulgariamente' (in)quantificata stragrande maggioranza dell'attuale classe non politica ma politicante - non posso privarmi l'utilizzo di 'note colorate'.

Lo faccio, un po’ perché mi ci tirano per i capelli (che sono neri, veri, folti e di esclusiva proprietà), un po’ perché mi piace sfottere, ma soprattutto in luogo a differenziarmi da un 'trombonatico, prolisso ed energumeno aconcettuale', già segretario provinciale della DC catanzarese e non parlo di Loiero o Fiorita sr.

Ciò premesso, hai voglia ordunque ad omettere - per timore? Per convenienza? - la giusta denuncia di pubblico scandalo, in base alla quale presumo anche che se ne potrebbe, probabilmente, occupare persino la stampa internazionale (si sa: sono un uomo di mondo; lo frequento e di esso ne faccio parte!), a fronte di assurde impostazioni teoretiche (o para tali) di un certun 'magistratume italiota'.

Esso, infatti, trova sempre più spesso, improbabili 'scendiletto'.

Insomma, viviamo e sopportiamo, quasi rassegnati (non io, però!) una immaginaria tenaglia, composta dagli 'strombazattorucoli' accompagnatori di 'amplessi manetteristi', disposti, il più delle volte da complessati vari, non in cerca di giustizia o tutela della medesima, bensì di notorietà o di potere, chiaramente 'pro domo loro'.

Un esempio, classico e calzante, lo si intravvederebbe - con tutte le cautele del caso! - in questa inchiesta dell'Università Magna Graecia in Catanzaro, laddove tra l'ex Magnifico Rettore, Giovanbattista De Sarro e vari docenti (nonché notori scienziati di valore internazionale), si ritrovano con lui arrestati, in virtù della 'solita tagliola ayatollesca' cioè la custodia cautelare, come ad esempio anche quel galantuomo di cui ho stima, amicizia ed affetto, cioè Ernesto Palma, oppure indagati - con annessa perquisizione alle 5 del mattino - tipo un altro amico su cui metto la mano sul fuoco, quindi riferendomi ad Enzo Mollace.

Cioè, se la sperimentazione scientifica sugli organismi animali, in altri Paesi, sarebbe prodromica di candidatura al Nobel per la medicina, da noi, chi lo fa - e poi vedremo se le accuse reggeranno, ma già so quanto così non sarà, ovviamente! - beh... in Italia, più precisamente in Calabria, a costoro, sono destinati arresti e pubblico ludibrio, ovviamente al netto di condanne frettolosamente e insulsamente preventive, destituite di logica e fondamento, senza considerarle per come dovrebbero essere considerate (perciò definite), ovvero al di fuori del circuito istituzionale e costituzionale.

Io, al momento, mi fermo qui, ben sapendo che sarà di riflessione il mio personale estrinsecamento di libero pensiero (con annesso richiamo a valori di legge vigente), poiché c'è codesta redazione a riprendere quanto dico, in Calabria (ma lo si fa, parimenti, persino in Italia e all'estero è purtuttavia, temo persino, ben conscio della realtà testé descritta, un marginale rischio di eterogenesi dei fini.

Insomma non vorrei trovarmi a metà strada tra le parafrasi di una nota telenovela messicana, nel cui titolo al posto dei 'ricchi' sostituemmo i ratti, per avere quale risultato 'anche i topi piangono' e l'incipit della canzone del compianto Toto Cutugno, trasponendo il 'voglio vivere in campagna' con l'attinente Iran.