Antonio Nicolace, figlio della mistica, addolorato per la decisione dell'istituto di ricordare i dieci anni dalla morte della donna con un concerto e dei mercatini. Fissata invece dal vescovo Luigi Renzo una messa nella sede della cattedrale che sarà officiata alle ore 11 dell'1 novembre
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Doveva essere un anniversario importante da celebrare in semplicità, secondo lo spirito di Natuzza Evolo, la mistica con le stimmate di Paravati sempre pronta ad aprire la porta della sua casa a tutti, anche solo per una parola di conforto. Doveva essere un anniversario da celebrare perché sono stati trascorsi dieci anni dalla sua scomparsa, ma niente, forse, sarà come mamma Natuzza avrebbe voluto, ad iniziare dalla messa con cui sarà ricordata che per la prima volta non sarà officiata nella Villa della gioia, ma nella cattedrale di Mileto. La Fondazione “Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime” di Paravati ha infatti deciso di non chiedere autorizzazioni e di segnare la ricorrenza con un concerto che si terrà alle 16; mentre il vescovo Luigi Renzo ha invece deciso di officiare una sacra funzione nella chiesa madre della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea per le ore 11 dell’1 novembre.
«È la prima volta che la mistica viene ricordata in Cattedrale da quando è partito, lo scorso aprile, il processo per la causa di beatificazione – si legge in una nota della diocesi - per cui la celebrazione acquista anche il senso di un nuovo percorso, di una strada che si vuole fare insieme, tale da essere in grado di coinvolgere tutta la comunità nel cammino verso la santità familiare, di cui Mamma Natuzza è stata e resta un modello insigne da imitare. La celebrazione in Cattedrale vuole proprio rinsaldare questo intimo ed amorevole rapporto ecclesiale della comunità diocesana – prosegue la nota – con la serva di Dio, alla cui luce ed al cui esempio di umiltà e di obbedienza da oggi non possiamo non attingere. Del resto, una Chiesa che si ritrova intorno ai suoi campioni per seguirne le tracce luminose è quello che ci vuole in una fase storica di grande smarrimento che oggi in generale stiamo vivendo. La solennità di tutti i santi, che coincide con la data della sua dipartita da questo mondo, resti per ognuno un appello ed un richiamo costante e sensibile alla santità semplice “della porta accanto” che Papa Francesco ha indicato come la strada percorribile da tutti, anche sull’esempio di Mamma Natuzza».
La reazione del figlio
Rimane forte, insomma, il richiamo alla semplicità, una semplicità che sarebbe venuta meno anche secondo l’ultimo dei figli di Natuzza, Antonio Nicolace, addolorato ed amareggiato per la situazione che si è venuta a creare, dominata, ormai è chiaro, dalla diatriba in atto con la diocesi per le mancate riforme dello statuto, e per il fatto che a «tradire Natuzza, alla fine sia stata proprio l’ultima dei suoi figli: la Fondazione».
«Sono profondamente addolorato e amareggiato – le sue parole-. L’anniversario dei 10 anni della morte di mia madre non si onora facendo concertini e organizzando mercatini, ma celebrando una Santa messa nella Villa della Gioia e pregando sulla sua tomba per la salvezza delle anime e per i sofferenti. Bastava fare una semplice richiesta al parroco affinché questo avvenisse, visto che il vescovo Luigi Renzo con un gesto di buona volontà aveva dato la sua disponibilità ad accoglierla, nonostante il decreto di revoca di religione e di culto. Ma voi non avete voluto farlo. Mi chiedo il perché? In questo modo si viene meno agli insegnamenti di una donna che ha speso tutta l’esistenza offrendo la sua sofferenza al Signore per il bene delle anime e della Chiesa. Se avessero trattato così vostra madre, come avreste reagito? Bene ha fatto il nostro amato vescovo – continua Nicolace – a decidere di celebrare alle 11 di quel giorno una messa in suo suffragio nella basilica cattedrale di Mileto. Noi figli saremo lì accanto al nostro pastore. Alle 18, invece, parteciperemo alla messa che don Domenico Muscari celebrerà su nostra richiesta nella chiesa parrocchiale “Santa Maria degli Angeli” di Paravati, la stessa in cui è cresciuta e che lei frequentava abitualmente.
«Natuzza tradita dalla Fondazione»
«Dal maggio scorso, da quando si è conclusa la Festa della Mamma – ha commentato ancora addolorato Nicolace - squadre di volontari si danno da fare all’interno della Fondazione per preparare artigianalmente coroncine, tessuti ricamati e altra oggettistica da presentare ai pellegrini per raccogliere offerte, sfruttando il corpo della nostra cara mamma e la Madonna. I mercatini e i concerti nel segno di Natuzza sì, la messa a poche decine di metri dalla sua tomba invece no. Mi duole constatare che tanti si prestano al gioco accettando di cantare in queste occasioni per puro interesse personale. In tanti amano chiamarla “Mamma Natuzza” e definirsi suoi figli spirituali – conclude – ma i veri figli non trattano così la propria madre. Mi chiedo come si sia potuto arrivare a questo? La verità, caro dottore Pasquale Anastasi (il presidente della Fondazione), è che mia mamma avrebbe desiderato solo la santa messa, e non essere onorata vendendo oggettini e organizzando concerti. La verità, come detto, è che in questo modo viene tradita proprio da quella che lei reputava la sua sesta figlia. E questo è il tradimento per lei più amaro».