«L'ultima delle vergogne in termine di tempo è accaduta a Girifalco, in provincia di Catanzaro: a due bambini è stato sfilato il piatto da sotto il muso perché l'app con la quale le famiglie sono obbligate ad interagire per fruire del servizio non aveva registrato i due piccoli per quel giorno. Una vergogna che denunciamo come Filcams Cgil Calabria perché figlia di una cultura della barbaria che mette al primo posto il profitto e non la qualità dei servizi pubblici e i diritti universali specie dei più piccoli».

Lo sostiene il sindacato in una nota in cui solleva il problema delle mense scolastiche che, «per via della scarsa attenzione delle Istituzioni e di chi governa, chiuderanno i battenti sospendendo per almeno tre mesi le lavoratrici ed i lavoratori lasciandoli assunti ma a casa e senza stipendio». «Un mix perfetto - sostiene la Filcams Calabria - per fare la fame poiché chi lavora in questo settore non ha diritto né alla Naspi né al reddito. Il Governo dopo pressioni e sollecitazioni ha istituito un fondo che riteniamo insufficiente e di scarsa fruibilità. Non è con le pezze che si risolvono problemi complessi, come il sistema delle mense scolastiche e le conseguenze purtroppo sono evidenti per chi lavora e per chi, bambini e ragazzi, fruiscono del servizio».

Per il sindacato «c'è bisogno di una discussione sul sistema scolastico ed i servizi in appalto, perché non è possibile continuare ad assistere ad una gestione degli appalti che si presta spesso all'illegalità ed alla mancanza di rispetto di diritti e Ccnl per lavoratrici e lavoratori nonché alla scarsa qualità dei prodotti che le aziende offrono. Un sistema che va governato assieme ai comuni, all'Ufficio scolastico regionale ed alla regione Calabria, anche per capire quali sono stati i risultati ad un anno della sottoscrizione, del protocollo sull'attivazione delle mense scolastiche biologiche». La Filcams Cgil Calabria ritiene «necessario addivenire alla sottoscrizione di un protocollo che definisca parametri e criteri della gestione del servizio mensa e riduca possibilmente le stazioni appaltanti per garantire servizi e lavoro di qualità».