Due alberi di limone porteranno il nome di Pasquale e Francesco, i due netturbini uccisi all’alba del 24 maggio del 1991 a Lamezia Terme e verranno piantati nella rotatoria dove vennero investiti da una pioggia di proettili, a pochi metri dalla lapide commemorativa nel quartiere Miraglia di Sambiase. Un gesto importante, di cui da tempo si sentiva il bisogno. Perché quella rotonda è sempre stata indecorosa, rivestita da un panno verde che avrebbe dovuto simulare l’erba e usata dai cani per depositare i propri bisogni. Una rotatoria con al centro una costruzione cadente e pezzi di malconcio marmo ovunque.

 

Ma quest’anno i familiari di Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte hanno detto basta e insieme al regista Francesco Pileggi, al testimone di giustizia Rocco Mangiardi e tanti volontari hanno chiesto al prefetto Francesco Alecci di aiutarli ad avviare un nuovo inizio, almeno per quanto riguarda quel luogo che dovrebbe essere oggetto di memoria e, invece, fino ad ora è stato un emblema di desolazione. Il Comune ha chiesto una deroga alla Provincia e sono iniziati i lavori per fare in modo che in quella rotatoria possa crescere erba e possano essere piantati due alberi di limone in ricordo dei due innocenti che persero la vita in un braccio di ferro ordito dalla ‘ndrangheta per fare capire che il settore dei rifiuti doveva rimanere nelle loro mani. Un delitto irrisolto, una mattanza ancora senza colpevoli che grida ancora giustizia.

 

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