VIDEO | I comitati della Locride decisi a tornare in piazza: «Finanziamenti disponibili da anni e non utilizzati»
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«Siamo in una situazione tale che, mentre sono molti i professionisti che non vogliono venire a lavorare nell'Ospedale di Locri, ce ne sono altrettanti che, stanchi e demotivati, non aspettano altro che di poter andare in pensione». Dopo l’arrivo dei medici cubani associazioni e cittadini della Locride continuano a denunciare i ritardi accumulati negli interventi necessari per il riordino della sanità territoriale. Nel mirino degli attivisti le piante organiche ridotte e il blocco delle assunzioni, riduzione dei posti letto, smantellamento di quel poco di servizi presenti sul territorio.
«La situazione è sotto gli occhi di tutti – ha espresso il presidente del comitato “Difendiamo l’Ospedale” di Locri Bruna Filippone - e a pagarne le conseguenze sono le fasce sociali meno abbienti, che non possono rivolgersi al privato e rinunciano anche a curarsi. Siamo accanto e a difesa anche del personale sanitario rimasto in servizio, che non può essere lasciato nelle condizioni di criticità in cui si trova da anni, e che, nonostante tutto, continua a fare, con abnegazione e sacrificio, più del proprio dovere, con turni massacranti ed elevato rischio professionale».
A preoccupare i comitati i finanziamenti disponibili da anni e non utilizzati, come quelli per la ristrutturazione dell'Ospedale e della Casa della salute di Siderno. «Serve un intervento straordinario – è il pensiero dell’attivista Francesco Martino - e a sostenerlo con forza dovranno essere le cittadine e cittadini che vorranno mobilitarsi per difendere il diritto alla salute e il diritto alla cura». A risentire della situazione anche il settore turistico, come spiega il tour operator Mario Diano. «Si parla tanto di riuscire a lavorare in bassa stagione – ha tuonato - ma diverse prenotazioni sono state annullate perché i turisti ormai sanno che nella Locride la sanità fa acqua da tutte le parti».