OPPIDO MAMERTINA - La Madonna portata a spalla dai “fedeli”. Il solito percorso per le vie del paese. Una tradizione che si ripete nel tempo. Ma c’è un rito nel rito. L’omaggio all’abitazione del boss condannato all’ergastolo e posto ai domiciliari per motivi di saluti. Dinanzi alla sua casa la statua sosta per quasi un minuto. Quasi nessuno lo rileva. E’ la solita “procedura”. Il solito “rispetto”. Il solito inchino. Il sindaco “non si accorge di nulla”.

 

Il carabiniere fedele allo stato. Per fortuna c’è Andrea Marino, un maresciallo dei carabinieri onesto e lontano dai clan, fatto non proprio scontato da queste parti (basti pensare che l’ex luogotenente della stazione di Sant’Onofrio nel vibonese, Sebastiano Cannizzaro è in carcere da tempo con l’accusa formulata dalla DDA di Catanzaro di aver favorito una guerra tra cosche contrapposte), a relazionare agli organi competenti sulla vergogna di questo lembo di Calabria. Il suo sussulto d’orgoglio non risveglia la comunità dal torpore, ma quantomeno consente al mondo di conoscere come vanno le cose nella locride, dove le processioni divengono l’esemplificazione della forza del potere mafioso sulla comunità.

 

Le reazioni. Dopo il fattaccio ecco le reazioni sdegnate. Per il vescovo di Oppido si tratta di un “fatto gravissimo”. Lui, almeno, ha già preannunciato provvedimenti energici per il presunto ossequio a Giuseppe Mazzagatti. Mons. Nunzio Galantino invita a "un risveglio delle coscienze". La visita di papa Francesco sembra, in effetti, lontana anni – luce. “La storia purtroppo si ripete”. A ricordarlo è stato ieri il solito Nicola Gratteri.  "Le parole del Papa sono state ascoltate da tutti ma poi in pratica non sono osservate. Quanto accaduto appare come una sfida a quelle parole" - ha detto ieri  il procuratore aggiunto della Dda di Reggio. "Il Papa - ha aggiunto - non ha rivolto un invito ma ha intimato a tutti di comportarsi da cristiani. Bene il comportamento dei carabinieri che hanno capito quanto stava accadendo. La Procura farà il suo lavoro". " Ora voglio cercare di capire cosa faranno e quali saranno le azioni dei vescovi della Calabria". "Così come voglio vedere - ha concluso - quale sarà il comportamento di tutti i sacerdoti. Mi auguro che la Chiesa non abbia tentennamenti così come accaduto per la Vara portata a spalle da gente che si professa cristiana ma che di cristiano non ha proprio nulla". Richiamo alla chiesa anche dal procuratore dello stretto. "La religione - ha tuonato Federico Cafiero De Raho non divenga strumento di consenso per la 'ndrangheta. Siamo stanchi di ascoltare le solite omelie di facciata". E ha promesso: " Ci muoveremo non appena il fascicolo arriverà in Procura".