Si chiamava Mia, la piccola deceduta prima dell’alba di oggi, 4 giugno, all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, nel reparto di neonatologia. A strapparle la vita, appena trenta ore dopo essere venuta al mondo, sarebbe stata, secondo le prime frammentarie notizie filtrate dal nosocomio bruzio, una infezione. La salma è stata posta sotto sequestro e sulla vicenda la Procura ha aperto un fascicolo in seguito alla denuncia presentata dai genitori, una giovane coppia di Cosenza. Per la mamma, Serena, 29 anni, era il secondo parto. Il primogenito ha 22 mesi. Secondo quanto ella stessa ha riferito, la sua era stata una gravidanza tranquilla, giunta a termine senza problemi e sotto costante monitoraggio. L’ultimo era stato effettuato proprio in ospedale venerdì scorso, 31 maggio.

 

Sabato 1 giugno, in tarda serata, verso le 23, le si erano rotte le acque. Per questo si era recata in pronto soccorso e da lì, era stata ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia, in attesa del parto. Con il passare delle ore, però, avrebbe cominciato a notare delle anomalie, in particolare il colore del liquido amniotico che continuava a perdere, avrebbe assunto un colore verdastro. Nel pomeriggio poi, la donna ha iniziato ad avere anche qualche linea di febbre, alle 17 la temperatura era di 37,5 gradi centigradi. Le è stata allora somministrata una dose di antibiotico. I medici hanno comunque ritenuto di non dover anticipare la nascita con un cesareo. Alle 20,45 di domenica 2 giugno Serena ha partorito la bimba con parto naturale.

 

Nelle ore successive però il quadro clinico della piccola Mia è rapidamente precipitato e la neonata si è spenta verso le tre di questa mattina. Dopo la denuncia sono giunti gli agenti della questura di Cosenza per porre sotto sequestro la salma e le cartelle clinica della piccola e della madre. L’autopsia rivelerà le cause del decesso, il secondo nel breve volgere di una settimana. Un’altra inchiesta è stata aperta per chiarire i motivi della morte di un altro neonato di appena cinque giorni su cui è stata chiamata ad esprimersi la magistratura.