Il processo disciplinare contro l’ex procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, nella mattinata del 10 giugno 2022, ha vissuto un altro momento importante, relativamente alle nuove eccezioni preliminare sollevate dall’avvocato Ivano Iai, difensore del magistrato di Cosenza, contestate dalla procura generale della Cassazione, e rigettate dopo oltre 45 minuti di Camera di Consiglio, dalla sezione disciplinare presieduta dal vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, David Ermini.

La seconda fase dell’udienza, invece, è stata caratterizzata dalle richieste istruttorie che sono state quasi tutte accolte dal collegio giudicante, in ordine alla lista testi presentata dall’avvocato Iai. Lista testi che il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giovanni Di Leo, aveva cercato di sfoltire, adducendo motivazioni che la sezione disciplinare ha respinto, dando facoltà alla difesa di Eugenio Facciolla, di ascoltare nella sede di Palazzo dei Marescialli, ben undici persone sulle quindici presenti nell’elenco.

Saranno sentiti quindi i magistrati Giovanni Bombardieri (procuratore capo di Reggio Calabria), Giuseppe Borrelli (procuratore capo di Salerno), Luca Primicerio (pm di Castrovillari), Angela Continisio (pm di Castrovillari), Valentina Draetta (pm di Castrovillari), Nicola Inforzato (presente nel primo capo d’incolpazione), l’imprenditore cosentino Graziano Santoro, sentito dalla procura generale nella fase delle indagini svolte a seguito dell’azione esercitata dopo il mese di ottobre del 2019, i giornalisti Rocco Valenti (direttore del Quotidiano del Sud), Paolo Orofino (cronista del Quotidiano del Sud), il tenente colonnello della Guardia di Finanza, Valerio Bovenga, e il luogotenente dei carabinieri Sorrenti, che ha partecipato all’escussione, tra le altre cose, del collaboratore di giustizia Franco Bruzzese, e tra i principali operatori di polizia giudiziaria della maxi inchiesta antimafia “Tela del Ragno”, contro le cosche mafiose del Tirreno cosentino.

Le accuse a Facciolla

In avvio di seduta, il consigliere relatore Celentano aveva ripercorso i tre capi d’incolpazione, dai quali Facciolla è stato costretto a difendersi dinanzi ai suoi colleghi. Un processo disciplinare nato dalla mole di faldoni presenti a Salerno, a seguito di procedimenti penali in parte già archiviati, altri in corso dibattimentale e altri nella fase preliminare.

L’avvocato Iai, a tal proposito, aveva chiesto il ne bis in idem per il capo A, ovvero quello in cui al magistrato cosentino viene contestato di aver rivelato a Nicola Inforzato i preparativi per l’audizione del collaboratore di giustizia Franco Bruzzese, ex capo società del clan “Rango-zingari” di Cosenza. Mentre per il capo C -quello secondo cui Facciolla avrebbe chiesto a Luca Primicerio di svolgere indagini contro Nicola Gratteri e Vincenzo Luberto, abusando delle sue funzioni qualora lo avesse realmente fatto, in quanto la procura competente per il Distretto di Catanzaro, è quella di Salerno -aveva invocato una sospensione pregiudiziale, visto che l’incolpato si trova sotto processo a Salerno, in una vicenda che parte proprio dalla procura antimafia di Catanzaro, già all’epoca diretta da Gratteri, il cui vice (o meglio uno dei tre vice), era proprio Luberto. Secondo la sezione disciplinare del Csm non vi erano ragioni in diritto affinché potessero venire accolte le richieste dell’avvocato Ivano Iai e ha disposto di procedersi oltre, con gli ulteriori step che hanno portato poi all’ammissione dei testi sopra citati. Il processo è stato rinviato al prossimo mese di luglio.