Animali maltrattati, ambulatori veterinari non a norma, e addirittura adozioni di cani avvenute con certificati falsi. Questi sono i principali fatti certificati dalla Procura della Repubblica di Castrovillari e che stamattina hanno fatto applicare i sigilli al canile comunale di Corigliano-Rossano, in contrada Foresta e fatto finire sotto indagine tra amministratori pubblici e dipendenti dell’ ex Comune di Rossano, nonché operatori della Asp di Cosenza, volontari e liberi professionisti, «ai quali – si legge nella nota dei Carabinieri Forestali - per violazione di norme di legge o di regolamenti nello svolgimento del servizio di gestione del canile comunale, sono contestati i reati di abuso di ufficio, omissione di atti di ufficio, falsità ideologica, falsità materiale, maltrattamento di animali ed in un caso anche di concussione».

Un’articolata attività d’indagine

Il sequestro e la notifica dei provvedimenti è avvenuta a seguito di una articolata indagine condotta dalla Stazione Carabinieri Forestale di Rossano. Questa mattina i militari hanno dato esecuzione, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, al decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini Dott. Luca Colitta, del Canile comunale di Corigliano-Rossano. Le indagini, coordinate dal Procuratore Capo Dott. Eugenio Facciolla con il Sostituto Procuratore Dott. Giovanni Tedeschi  hanno accertato una critica gestione anche dal punto di vista tecnico-giuridico e amministrativo della struttura deputata al ricovero dei cani randagi.

«Durante l’attività investigativa – si legge ancora nella nota diramata dall’Arma - sono state capillarmente ricostruite tutte le fasi del canile comunale.  Dagli affidamenti diretti, alle associazioni di volontariato che vi operano, alle adozioni con trasferimenti agli adottanti a mezzo staffette. Disinfestazione e derattizzazione della struttura, stato dei luoghi, gestione dei rifiuti pericolosi, sistema di identificazione dei cani randagi, tracciabilità dei farmaci utilizzati per la cura dei cani randagi, idoneità dei cani ospitati nel canile rifugio,  adozioni e fonti di finanziamento. Sono stati inoltre  acquisiti atti e documenti sulle spese sostenute dall’Ente Comunale con riscontri oggettivi rispetto a quanto giustificato dalla gestione del canile rifugio in capo al responsabile sanitario».

Rifiuti pericolosi gettati nella spazzatura comune

L’attività ha avuto i primi riscontri dopo la sorveglianza della struttura mediante telecamere che hanno accertato che due persone si occupavano del canile due ore al giorno, la mattina, e senza assicurare nessuna cura di sabato e domenica. Inoltre si è accertato che i rifiuti pericolosi venivano raccolti inconsapevolmente dalla ditta che si occupa per conto del comune della raccolta dei solidi urbani.

Il caso delle staffette che portavano i cani al Nord

«Durante questi mesi d’indagine – prosegue la nota - al fine di verificare la salute dei cani e l’idoneità della struttura, la Procura ha nominato un consulente tecnico d’ufficio che ha accertato un palese maltrattamento degli animali e l’idoneità parziale della struttura ospitante i cani. Gli ambulatori non sono a norma. Sono state inoltre monitorate le adozioni e i movimenti dei cani provenienti da questa struttura. In un controllo avvenuto ad una cosiddetta “staffetta” che conduceva cani al nord, verso gli adottanti, mediante compenso economico, è stata riscontrata una difformità dell’autorizzazione rilasciata». 

Nominati due amministratori giudiziari

Per le risultanze investigative,  la Procura della Repubblica di Castrovillari ha dichiarato il canile comunale in amministrazione giudiziaria, procedendo alla nomina di due amministratori giudiziari del canile posto sotto sequestro, uno per la parte contabile e l’altro per la vera e propria gestione del canile rifugio.