'Ndrangheta, sette arresti per gli omicidi della faida di Platì (NOMI)

Tutti sono ritenuti a vario titolo responsabili di una serie di omicidi con l’aggravante del metodo mafioso, commessi nel corso di una faida che insanguinò la cittadina reggina tra la fine degli anni ‘90 e i primi anni 2000, con l’uccisione di 5 persone
14 giugno 2017
10:45

Sette arresti in Calabria con l'accusa di omicidio in relazione alla faida di 'ndrangheta di Platì tra le famiglie Marando e Trimboli, che tra la fine degli anni '90 e inizio anni 2000 portò all'uccisione di cinque persone. I Carabinieri del Ros hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip, su richiesta della Procura Distrettuale di Reggio Calabria, nei confronti di Rosario Barbaro, Saverio Trimboli, Domenico Trimboli, Bruno Polito, Rocco Trimboli, Antonio Spagnolo e Natale Trimboli, ritenuti a vario titolo responsabili di una serie di omicidi con l'aggravante del metodo mafioso.


La misura cautelare conferma la sussistenza del grave quadro indiziario a carico delle prime quatto persone, fermate dai Carabinieri il 25 maggio scorso in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e, contestualmente, individua la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari anche a carico di Rocco Trimboli, Antonio Spagnolo e Natale Trimboli, i quali, concorrenti in alcuni dei citati omicidi, all'epoca dell'esecuzione del fermo erano gia' detenuti per altra causa.



La misura cautelare e' stata emessa a conclusione di complesse indagini del Ros svolte con l'ausilio della Stazione Carabinieri di Plati' e dei Cacciatori di Calabria che hanno consentito di riscontrare come Pasquale Marando, capo dell'omonima 'ndrina attiva tra Plati' ed il Piemonte, irreperibile dal 2002, fu vittima di omicidio con occultamento del cadavere, commesso nel gennaio di quell'anno da esponenti della famiglia Trimboli che agirono con l'autorizzazione di Rosario Barbaro, capo della locale di 'ndrangheta di Plati', quest'ultimo animato dall'intento di ridimensionare i Marando, che insidiavano la sua leadership.

 

Il fatto di sangue fu atto finale della violenta faida scatenatasi nell'ambito della cosca Marando-Trimboli a seguito di contrasti inerenti la gestione e la spartizione dei proventi del traffico internazionale di droga che avevano portato i Marando a colpire duramente i Trimboli per riaffermare la loro supremazia nell'ambito del sodalizio mafioso. Lo scontro fu interrotto a seguito dell'intervento del Crimine e l'omicidio di Pasquale Marando porto' ad un nuovo equilibrio nei rapporti di forza tra le cosche di Plati', rafforzando i Barbaro.


Le indagini del Ros hanno consentito di fare luce su un omicidio e quattro casi di lupara bianca, maturati nell'ambito della faida.

Il primo episodio delittuoso risale al gennaio del 1997, quando ignoti assassinarono a colpi di pistola Ferdinando Virgara. L'omicidio gia' si inseriva nelle complesse dinamiche criminali che coinvolgevano Pasquale Marando, convinto dai fratelli Trimboli del fatto che il Virgara avesse avuto un ruolo nell'assassinio del fratello, Francesco Maranda, avvenuto in Piemonte.


Seguirono tre casi di lupara bianca con la scomparsa di Antonio Giuseppe Trimboli, nel luglio 2001, e Rosario Trimboli, ucciso insieme a Saverio Trimboli nel novembre dello stesso anno; i loro corpi non sono mai stati ritrovati. Le indagini hanno accertato che l'uccisione dei tre Trimboli fu decisa e attuata da Pasquale Marando per ribadire la sua supremazia sulla cosca Trimboli, per contrasti sulla gestione e spartizione dei narco-proventi e perche' Marando si era convinto che i Trimboli lo avessero volutamente indotto in errore, accusando falsamente Ferdinando Virgara di responsabilita' nell'omicidio del fratello Francesco Marando.

 

Infine, l'uccisione di Pasquale Marando, con occultamento del cadavere, ad oggi non ancora ritrovato, fu attuata nel gennaio 2002 da Saverio Trimboli, inteso Savetta, fratello di Antonio Giuseppe e Rosario, con il concorso di altri esponenti della cosca Trimboli e con l'assenso di Rosario Barbaro, capo locale di Plati', in contrasto con il Marando per questioni di supremazia mafiosa sul territorio. L'omicidio fu attuato a colpi di pistola all'interno di un'abitazione di Plati', ove il Marando, all'epoca latitante, era stato portato per partecipare ad una riunione che sancisse un chiarimento con i Trimboli.

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