Anche due assoluzioni e cinque annullamenti con rinvio. Le inchieste della Dda di Catanzaro e dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo hanno ricostruito gli affari illeciti della consorteria
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Sentenza della Suprema Corte per gli imputati delle operazioni antimafia della Dda di Catanzaro denominate Nemea e Rinascita Scott contro il clan Soriano di Pizzinni di Filandari, riunite in un unico procedimento penale.
Questo il verdetto della Cassazione: 20 anni di reclusione Leone Soriano, di 58 anni, di Pizzinni di Filandari (confermata la sentenza della Corte d’appello di Catanzaro. In primo grado era stato condannato a 18 anni e 11 mesi); 17 anni e 6 mesi Giuseppe Soriano, di 33 anni, di Pizzinni di Filandari (in primo grado era stato condannato a 13 anni e 8 mesi); 14 anni e 11 mesi Francesco Parrotta, di 41 anni, di Filandari, ma residente a Ionadi. Annullamento con rinvio, in accoglimento di un ricorso della Procura generale, per Giacomo Cichello, di 37 anni, che in appello era stato condannato a 5 anni e 6 mesi. Per lui sarà quindi necessario un nuovo processo di secondo grado per la rideterminazione di una pena maggiore. Annullamento con rinvio, in accoglimento dei ricorsi dei difensori, per: Caterina Soriano, di 34 anni, di Pizzinni di Filandari, in appello condannata a 13 anni e 7 mesi (avvocati Giuseppe Di Renzo e Guido Contestabile); per Luca Ciconte, 32 anni, di Sorianello, di fatto domiciliato a Pizzinni di Filandari, che in appello era stato condannato a 13 anni e 5 mesi (marito di Caterina Soriano, difeso dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Daniela Garisto); Graziella Silipigni, di 53 anni, di Pizzinni di Filandari, che in appello era stata condannata a 11 anni e 8 mesi (moglie del defunto Roberto Soriano, scomparso per “lupara bianca”, e madre di Giuseppe e Caterina Soriano); Rosetta Lopreiato, 55 anni, di Pizzinni di Filandari, che in appello era stata condannata a 3 anni e 4 mesi (moglie di Leone Soriano). Per Luca Ciconte e Caterina Soriano, l’annullamento con rinvio riguarda i reati di associazione mafiosa ed estorsione al bar “Perla Nera”, mentre per la Silipigni l’annullamento con rinvio si riferisce al reato di associazione mafiosa. Infine, rigetto del ricorso della Procura generale e conferma delle assoluzioni decise dalla Corte d’Appello di Catanzaro per: Domenico Nazionale, di 38 anni, di Tropea (avvocati Francesco Schimio e Giovanni Piccolo); Alex Prestanicola, di 33 anni, di Filandari (avvocati Sergio Rotundo e Diego Brancia).
I capi d’accusa
Due anni di libertà vigilata, a pena espiata, per: Leone Soriano, Giuseppe Soriano e Francesco Parrotta. Tali imputati sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali. Oltre quaranta capi di imputazione, quattordici, invece, le persone offese individuate. L’inchiesta è stata condotta “sul campo” dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia con il coordinamento del pm della Dda di Catanzaro Anna Maria Frustaci. Successivamente sono confluiti nel processo Nemea anche gli atti dell’inchiesta Rinascita-Scott, che vedevano coinvolti Leone e Giuseppe Soriano ed altri imputati, in modo tale da unificare con un solo processo i due procedimenti penali. Leone Soriano è stato condannato per 37 capi di imputazione, venendo riconosciuto promotore di due associazioni (mafiosa e una seconda dedita al narcotraffico).
I difensori
Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Giuseppe Di Renzo (per Caterina Soriano e Luca Ciconte), Giovanni Vecchio (per Francesco Parrotta e Giuseppe Soriano), Francesco Lojacono (per Leone Soriano), Daniela Garisto (per Luca Ciconte, Graziella Silipigni, Francesco Parrotta e Giacomo Cichello), Diego Brancia (per Rosetta Lopreiato, Graziella Silipigni e Alex Prestanicola), Sergio Rotundo (per Leone Soriano e Alex Prestanicola), Salvatore Staiano (per Rosetta Lopreiato), Valerio Vianello Accorretti per (Giuseppe Soriano), Guido Contestabile (per Caterina Soriano).