Il delitto avvenuto a Pizzo nel 2004 avrebbe sancito l’alleanza fra il clan Bonavota di Sant’Onofrio ed il gruppo di Andrea Mantella. Contestato anche il ferimento di Antonio Franzè a Vibo, cognato del collaboratore di giustizia
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Quattro condanne sono state chieste dal pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, nel processo con rito abbreviato relativo all’omicidio di Domenico Belsito – ucciso il 18 marzo del 2004 a Pizzo Calabro lungo via Nazionale – e sulle lesioni personali aggravate ai danni Antonio Franzè a Vibo, cognato del collaboratore di giustizia Andrea Mantella. In particolare, per l’omicidio di Domenico Belsito, il pm ha chiesto la condanna all’ergastolo per: Pasquale Bonavota, 47 anni, di Sant’Onofrio, latitante; Nicola Bonavota, 45 anni, di Sant’Onofrio (fratello di Pasquale); Francesco Fortuna, 41 anni, di Sant’Onofrio. La condanna a 7 anni e 2 mesi di reclusione è stata chiesta per Andrea Mantella, 49 anni, di Vibo Valentia, collaboratore di giustizia dal maggio 2016, che deve rispondere sia dell’omicidio di Domenico Belsito e sia – unitamente a Francesco Fortuna – del ferimento ai danni di Antonio Franzè.
Secondo l’accusa, il mandato omicidiario a Salvatore Mantella (che viene invece processato con il rito ordinario) sarebbe stato dato dal cugino Andrea Mantella.
A sparare materialmente a Domenico Belsito sarebbe stato Francesco Scrugli (poi a sua volta ucciso nel marzo 2012 a Vibo Marina dal clan Patania di Stefanaconi). L’omicidio Belsito rappresenterebbe il delitto con il quale Andrea Mantella strinse l’alleanza con il clan Bonavota di Sant’Onofrio. Il delitto di Domenico Belsito sarebbe stato infatti preceduto da un accordo: uno scambio di uomini fra il gruppo guidato da Andrea Mantella e Francesco Scrugli (all’epoca staccatisi dal clan Lo Bianco di Vibo) e quello dei Bonavota.
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