I tredici imputati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni e rapina, intestazione fittizia e di beni e traffico di rifiuti
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La Procura di Milano ha chiesto di condannare a pene fino a 18 anni di reclusione i 13 imputati per le infiltrazioni nel mercato comunale di Milano di piazzale Lagosta da parte degli uomini vicini alla cosca ndranghetista di Gioia Tauro dei Piromalli.
Davanti alla gup Daniela Cardamone che celebra il processo con rito abbreviato in aula bunker, la pm Sara Ombra ha chiesto 18 anni per Salvatore Giacobbe e 14 e 8 anni per i figli Angelino e Vincenzo. Tra le principali posizioni chieste pene da 12 anni per Giovanni Caridi, 10 per Agostino Cappellaccio ritenuto il referente sotto il Duomo di Girolamo Piromalli detto "Mommino", 9 anni e 4 mesi per Livio Pintus, 6 per Domenico Aquilino, 5 anni e 8 mesi per Davide Leone.
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Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni e rapina, intestazione fittizia e di beni e traffico di rifiuti per lo smaltimento illecito in aree protette e capannoni industriali. L'inchiesta della guardia di finanza coordinata dalla pm Silvia Bonardi aveva portato ad aprile a 14 arresti e il sequestro delle società titolari dei locali, intestate a prestanome, all'interno del mercato comunale del quartiere Isola, bar e ristoranti di zona corso Como e Porta Nuova.
La Procura ha chiesto la confisca di tutti i beni con l'esclusione di un palazzo in zona viale Espinasse che avrebbe cambiato titolari nel corso del procedimento. Si torna in aula l'8 e 14 novembre e poi l'11 dicembre per la parola alle difese di parte civile - WikiMafia, assistita dai legali Marco Griguolo e Niccolò Sterlicchio, e il Comune di Milano costituitosi con l'avvocatura per la lesione dell’immagine della città e gli extra costi sostenuti per sopralluoghi, verifiche tecniche e controlli - e quelle degli imputati.