La Dda di Catanzaro conclude in pochi mesi un’indagine antimafia avviata dopo alcune intimidazioni avvenute nella Sibaritide. In carcere presunti esponenti delle cosche Forastefano e Abbruzzese
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La ‘ndrangheta nel settore degli appalti. L’ultima indagine della Dda di Catanzaro, coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri e dal pubblico ministero Alessandro Riello, svelerebbe i presunti interessi illeciti dei clan Forastefano e Abbruzzese, operanti nel comune di Cassano Ionio.
L’indagine, tra attività tecnica e sommarie informazioni, ha portato all’arresto di tre persone, finite in carcere su ordine del Gip Distrettuale di Catanzaro. Si tratta di Leonardo Abbruzzese (detto Nino), Francesco Faillace e Francesco Genovese. L’accusa per i tre indagati è quella di tentata estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità mafiosa.
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L’attività investigativa, avviata nel marzo 2022 e conclusa nel successivo mese di agosto sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia, condotta da militari del Nucleo Investigativo di Cosenza, ha consentito di ricostruire, in termini gravemente indiziari, che due degli odierni indagati – gravitanti nel contesto criminale del territorio – avvalendosi della collaborazione del terzo indagato, imprenditore nel settore edile, avevano avvicinato un dipendente di una ditta fornitrice di calcestruzzi alle società impiegate nella realizzazione del “Terzo Megalotto” della SS106, affinché riferisse al titolare di presenziare ad un incontro con gli stessi soggetti.
In particolare, il dipendente sarebbe stato condotto in un agrumeto al cospetto di altre due persone che gli avevano intimato di riferire al suo datore di lavoro che avrebbe dovuto necessariamente presenziare ad un incontro in cui sarebbero state meglio precisate le loro richieste. Il titolare, cui il dipendente aveva riportato il messaggio dei tre odierni indagati, aveva opposto un netto rifiuto rappresentando anche all’intermediario che non avrebbe incontrato i due soggetti.
Successivamente è stata rinvenuta dinanzi alla sede legale della ditta della persona offesa una bottiglietta di liquido infiammabile e, dopo qualche tempo, si era verificato l’incendio di tre betoniere della stessa azienda. Il procedimento per le ipotesi di reato e attualmente nella fase delle indagini preliminari.