Nell’inchiesta che ha decapitato le curve di Milan e Inter e portato all’arresto di 19 persone, emergono vicende – in primis quella dello scontro che ha portato all’omicidio di Antonio Bellocco, rampollo 36enne del clan di Rosarno – che confermerebbero, per gli investigatori della Dda di Milano, «l'interesse della 'ndrangheta nella gestione degli affari dello stadio». Nell'indagine emerge però anche il coinvolgimento di altre famiglie mafiose/malavitose storiche del milanese nella gestione degli affari e nella «protezione» ai vari schieramenti in continuo contrasto tra loro.

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Nel filone d’indagine sulla curva Nord degli ultrà dell’Inter (in manette sono finiti il capo Andrea Beretta e il vicecapo Marco Ferdico) è contestata una associazione a delinquere che avrebbe agevolato la cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco. Il rampollo 36enne del clan Antonio un mese fa era stato ucciso a coltellate proprio da Beretta il giorno successivo di una partita a calcio tra “fratelli” (così recitava un post pubblicato sui social. Alla base dello scontro mortale contrasti sulle reciproche pretese economiche connesse ai guadagni generati dal sistema criminale che ruota attorno alla Curva interista. Tra gli arrestati tutti i nomi più in vista del direttivo tra cui Renato Bosetti, fresco di nomina quale reggente della curva dopo l'omicidio Bellocco e l'arresto di Beretta, il puglie Matteo Norrito detto «Chuck» e Mauro Nepi.

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Dalla morte di Boiocchi all’ascesa di Bellocco

Le indagini hanno fatto luce sugli ultimi sei anni di avvenimenti dentro e fuori dal Meazza. Sotto la lente degli investigatori tutto ciò che è accaduto dopo la scarcerazione di Vittorio Boiocchi, tornato a guidare la tifoseria interista dopo 26 anni di carcere nel 2018. Boiocchi è stato ucciso a colpi di pistola sotto casa sua a Figino nell'ottobre di due anni fa. Quell’omicidio è rimasto insoluto e non ci sono contestazioni in questa indagine ma sarebbe stato legato proprio ai dissidi per la spartizione degli incassi legati alla gestione della curva.

È proprio dopo la morte di Boiocchi infatti che inizia una vera e propria guerra per la successione. Da un lato la cacciata degli «Irriducibili», gruppo storico di estrema destra, che saranno messi da parte dopo l'avvento del gruppo guidato da Beretta-Ferdico e Bellocco. Sarà poi il rampollo della cosca calabrese ad acquisire sempre maggior potere dentro e fuori dal Meazza. Fino all’epilogo tragico con la rottura, sempre legata agli affari da sparire, alla rottura «Berro» e «Totò 'u Nanu».

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Blitz di Milano, le indagini sugli ultrà del Milan

Nel filone che investe la curva Sud degli ultrà del Milan, è contestata un’altra associazione a delinquere (senza aggravante dell’agevolazione mafiosa e attiva soprattutto negli episodi di violenza) capeggiata da Luca Lucci, pure lui arrestato oggi. Lucci è l’ultrà celebre per la foto il 16 dicembre 2018 insieme all’allora vicepremier Matteo Salvini alla festa per i 50 anni della Curva Sud. Era riapparso allo stadio proprio la settimana scorsa in occasione del derby. Con lui sono stati arrestati tra gli altri anche suo fratello Francesco Lucci e Christian Rosiello, il bodyguard del cantante Fedez (l’artista non è coinvolto nell’operazione di stamattina). Rosiello è stato protagonista mesi fa della vicenda del pestaggio del personal trainer Cristian Iovino in una discoteca. Con loro è finito in manette anche Islam Hagag, anche lui grande amico del cantante.

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