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La Dda di Catanzaro con i pm Annamaria Frustaci ed Andrea Mancuso, il procuratore Nicola Gratteri e il procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, ha chiuso le indagini preliminari nei confronti di 86 indagati - fra detenuti e persone a piede libero - coinvolti nell’operazione antimafia denominata “Costa pulita” che ha colpito i clan Mancuso di Limbadi, Accorinti e Melluso di Briatico, Il Grande di Parghelia.
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Indagato anche il presidente della Provincia di Vibo Valentia, nonché sindaco del Comune di Briatico, Andrea Niglia, il quale come candidato a sindaco di Briatico nelle amministrative del 2010 è accusato di aver promesso l’assunzione del figlio di Vicenzo Accorinti – fratello del presunto capo clan Antonino Accorinti – all’interno della Italcementi spa, assicurando altresì la nomina alla carica di assessore di soggetti graditi al clan Accorinti, quali Salvatore Prostamo e Domenico Marzano (quest’ultimo anche con la carica di vicesindaco), in cambio del sostegno elettorale da parte del sodalizio criminale. Contestazione, quella rivolta ad Andrea Niglia, aggravata dal metodo mafioso ed al fine di agevolare il clan Accorinti.
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GLI INDAGATI
Questi tutti gli altri indagati destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Dda di Catanzaro:
Antonino Accorinti (cl. ’56), di Briatico; Antonio Accorinti (cl. ’80), figlio di Antonino; Greta Accorinti (cl. ’87), di Briatico, figlia di Antonino; Sergio Bagnato (cl. ’83), ex consigliere comunale di maggioranza nell’amministrazione di Briatico guidata dall’allora sindaco Francesco Prestia; Claudia Barbuto, (cl. ’72), di Vibo; Francesco Giuseppe Bonavita, detto “Pino” (cl. ’46) di Briatico; Giuseppe Armando Bonavita (cl. ’79), di Briatico, figlio di Pino; Roberto Caruso (cl. ’55), di Cosenza, proprietario del complesso residenziale di Briatico denominato “La nave” sito in località “Brace”; Ernesto Clerici (cl. ’41) di Lomezzo (Co), direttore della filiale della Banca popolare di Maierato; Nazzareno Colace (cl. 64), di Portosalvo, frazione del comune di Vibo; Francesco Crigna (cl. ’70), già vicesindaco del Comune di Parghelia; Giuseppe Evalto (cl. ’63) originario di Spilinga; Aldo Gallucci (cl. 55), di Vibo Valentia, dipendente della Capitaneria di Porto di Vibo Marina; Giancarlo Giannini (cl. ’71), ingegnere, già consigliere comunale di Vibo Valentia; Giuseppe Granato (cl. ’65), imprenditore di Briatico (arrestato); Andrea Granato (cl. ’92), di Briatico; Emanuele Granato (cl. 88), di Briatico; Adriano Greco (cl. ’82), di Briatico; Domenico Grillo (cl. 52) di Vibo, dipendente civile del Dipartimento Marittimo della Capitaneria di porto di Vibo Marina; Carmine Il Grande (cl. ’59), di Parghelia; Egidio Il Grande (cl. 64), di Parghelia; Ferdinando Il Grande (cl. ’82) di Parghelia; Gerardo La Rosa (cl. ’74), di Tropea; Giancarlo Loiacono (cl. ’73), di Zambrone; Cosmo Michele Mancuso (cl. 49), boss dell’omonimo clan di Limbadi; Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, (cl. ’61), di Limbadi; Francesco Marchese ( cl. ’86), di Briatico; Domenico Marzano (cl. ’66), di Briatico, avvocato e già assessore comunale ai Lavori pubblici del Comune di Briatico; Emanuele Melluso (cl. ’85), di Briatico; Gennaro Melluso (cl. ’70), di Briatico; Leonardo Melluso (cl. ’65), di Briatico; Simone Melluso (cl. ’85), di Briatico; Salvatore Muggeri (cl. 77), di Briatico; Salvatore Muzzupappa (cl. ’71) di Nicotera; Filippo Niglia (cl. ’60), imprenditore di Briatico, attivo nel settore della navigazione per le isole Eolie; Vincenzo Perugini (cl. ’91) di Cosenza; Francesco Prestia (cl. 53), ex sindaco di Briatico; Pasquale Prossomariti (cl. ’85), di Nicotera; Salvatore Prostamo (cl. ’76), geometra, di Briatico; Pasquale Puglia (cl. ’74) di Polla (Sa); Pasquale Quaranta (cl. 63), di Santa Domenica di Ricadi; Giovanni Rizzo (cl. ’82), di Nicotera; Carlo Russo (cl. ’78), di Zambrone; Leonardo Russo (cl. ’70) di Zambrone; Saverio Sergi (cl. ’58) di Briatico; Davide Surace (cl. 85), di Spilinga; Federico Surace (cl. ’91), di Spilinga; Francesco Zungri (cl. ’60), nato a Vibo Valentia.
Luciano Artusa (cl. ’61), di Vibo Valentia; Michele Fusca, detto “Lello”, (cl. ’42), di Vibo Valentia, noto imprenditore attivo nel settore edile e delle costruzioni e negli anni ’80 presidente del Nucleo Industriale di Vibo e già consigliere comunale di Vibo Valentia con la Dc. Lello Fusca è indagato per violenza privata aggravata dalle modalità mafiose “per avere, avvalendosi della sua notoria contiguità alla cosca Mancuso – sostiene la Dda, indotto l’imprenditore Mandaradoni Michele a desistere dalla prosecuzione di lavori di bonifica nell’area industriale denominata “Ex Fiera”, sita in località Porto Salvo nel maggio del 2014”.
Giacomo Franzoni (cl. ’63), di Briatico, avvocato e già impegnato in politica a Briatico; Alessandra Borello (cl. ’84), di Briatico, nipote del presunto boss di Briatico, Antonino Accorinti, e moglie di Francesco Marchese di Briatico; Marco Borello (cl. ’74), di Briatico, accusato di essere il “titolare” formale della squadra di calcio “A.S.D. Briaticese” il cui reale proprietario occulto sarebbe, secondo la Dda, Antonino Accorinti; Francesco Capano (cl. ’72), nato a Vibo Valentia; Pantaleone Costantino (cl. ’57), di Limbadi; Francesco Daniele (cl. 58) di Argusto (Cz); Massimo Fortuna (cl. ’76), di San Gregorio d’Ippona, titolare di una ditta che si era aggiudicata il servizio di refezione scolastica a Briatico dal 2008 al 2011. Nell’anno scolastico 2009 e 2011, secondo la Dda, tale ditta si sarebbe aggiudicata il servizio di fornitura dei pasti per la mensa scolastica “sia con il favore dell’ex sindaco Andrea Niglia e sia avvalendosi del sostegno dei pregiudicati Nino Accorinti e Pino Bonavita.
Ed ancora, fra gli indagati figurano: Francesca Galea (cl. ’83) di Locri; Giuseppe Garrì (cl. ’72) di San Costantino di Briatico, detto “Peppe u Papa”; Francesco Grillo (cl. ’79) di Paradisoni di Briatico, titolare di una ditta attiva nel commercio all’ingrosso della frutta; Carmine Il Grande (cl. ’78) di Parghelia (da non confondere con l’omonimo Carmine il Grande del ’59 che è stato invece arrestato); Giancarlo Lo Bianco (cl. ’80), autotrasportatore, di Vibo Valentia; Giuseppe Lo Bianco (cl. ’65), di Vibo Valentia; Giuseppe Lo Gatto (cl. ’71) di Briatico, titolare dell’omonima ditta individuale che gestiva “Il Mulino della Rocchetta” di Briatico, ristorante per la Dda “facente capo e riconducibile alla cosca Accorinti”; Salvatore Loiacono (cl. ’67), di Zambrone; Simone Loiacono (cl. ’89), di Briatico, accusato di essere il titolare formale del “Bar Jolly” per conto dei fratelli Emanuele e Simone Melluso di Briatico; Giuseppe Lopreiato (cl. ’51), nativo di Maierato, imprenditore titolare del ristorante L’Approdo e dell’hotel “Cala del porto” a Vibo Marina e già destinatario di un’interdittiva antimafia confermata dal Tar. Giuseppe Lopreiato è accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, in concorso con il boss Cosmo Michele Mancuso, ai danni dell’imprenditore Francesco Cascasi. Secondo La Dda, Lopreiato e Mancuso avrebbero voluto entrare in una costituenda società di Cascasi avente per oggetto sociale la gestione del pontile nel porto di Vibo Marina.
Indagati poi: Felice Loiacono (cl. ”83), di Briatico; Gregorio Loiacono (cl. ’58) di Briatico; Domenico Mancuso (cl. ’75), di Limbadi, attualmente sotto processo per l’operazione “Dinasty” (dove dopo anni di perizie e sospensione dei processi, è stato dichiarato capace di intendere e di stare in giudizio), figlio del boss Giuseppe Mancuso detto “‘Mbroghja”; Domenico Marchese (cl. ’79), alias “Banana” di Tropea, titolare dell’omonima ditta di installazione di impianti idraulici e condizionamento a Ricadi (è indagato per armi ed è ritenuto dalla Dda vicino al clan Il Grande di Parghelia); Francesco Melluso (cl. ’70) di Briatico; Antonio Merenda (cl. ’60) di Spilinga, accusato di aver favorito la latitanza di Nunzio Manuel Callà; Antonio Napoli (cl. ’44) di Briatico; Caterina Nicolino (cl. ’77) di Milano, accusata di essere stata per un certo periodo socia ed amministratrice di una società che gestiva un villaggio turistico “per conto sia di Bonavita Francesco Giuseppe che di Accorinti Antonino”; Salvatore Pandullo (cl. ’87) di Seregno, sposato con Greta Accorinti figlia di Antonino Accorinti; Loredana Pappalo (cl. ’71), di Magenta (Mi), convivente di Francesco Piccolo; Francesco Piccolo (cl. ’74) di Tropea, ma residente a magenta (Mi); Michele Salerno (cl. ’46), di Cutro (Kr); Domenico Simonelli (cl. ’81), di Tropea, detto “Ballotu”; Antonino Staropoli (cl. ’82), titolare di fatto per la Dda dell’agenzia immobiliare “Progetto Casa” di Briatico; Francesco Tripaldi (cl. ’52), di Limbadi; Stefangregorio Tripaldi (cl. ’79) di Limbadi; Eugenya Umyarova (cl. ’73) dell’Uzbekistan; Giuseppe Vangeli (cl. 61) di Longobardi, frazione di Vibo Valentia.
I reati. Associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione e porto illegale di armi da fuoco ed intestazione fittizia di beni i reati, a vario titolo, contestati agli indagati. Alcuni si trovano in stato di detenzione, altri a piede libero. Tutti gli 86 indagati avranno ora 20 giorni di tempo per chiedere ai magistrati della Dda di Catanzaro di essere interrogati o per presentare eventuali memorie difensive attraverso i rispettivi legali.
Giuseppe Baglivo