«...Sennò domani mattina provate il piombo se andate là». 'Ndrangheta d'esportazione: da Siderno e da San Leonardo di Cutro gli arrestati nell'operazione odierna avevano esteso i propri tentacoli fino in Umbria, a Perugia, dove le due direzioni distrettuali antimafia di Catanzaro e Reggio Calabria hanno documentato un fitta rete di interessi. Non solo il traffico di sostanze stupefacenti, che giungeva attraverso i canali albanesi; gli interessi delle due famiglie in Umbria avevano registrato un vero e proprio salto di qualità infiltrando il tessuto economico e sociale.

 

Ventisette i provvedimenti cautelari emessi per un'indagine che conta oltre cinquanta indagati e il sequestro di beni per un valore di dieci milioni di euro. «Si tratta di una 'ndrangheta proiettata in modo sistematico non solo nel nord Italia ma anche in Germania - ha chiarito il capo della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri -. Oltre ad organizzare i traffici di droga, esternavano il potere attraverso l'elargizione di doti, di cariche. Quindi siamo di fronte ad un'associazione di stampo mafioso doc».

 

I due avamposti sul territorio umbro erano rappresentati da Cosimo Commisso, dell'omonima famiglia di Siderno, e da Antonio Ribecco, che a Perugia perorava gli interessi del clan Trapasso Mannolo di San Leonardo di Cutro, vantando stretti legami con il suo esponente di spicco, Giovanni Trapasso. Le attività d'indagine condotte dalle squadre mobili di Perugia, Catanzaro e Reggio Calabria hanno preso il via dall'ascolto delle conversazioni captate in località Casa del Diavolo a Perugia, dove Commisso scontava la detenzione domiciliare continuando però a gestire gli affari di famiglia. 

 

«Si tratta di forti interessi commerciali. Anche in questa indagine - ha chiarito il capo della direzione distrettuale di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri - vengono evidenziati interessi commerciali, di natura immobiliare e progetti per la commercializzazione di olio e di vino in altri continenti, Stati Uniti e Canada. Tutto all'insegna di un'operatività della 'ndrangheta in territori commerciali dove investire i proventi illecitamente accumulati». Insomma, fuori dai confini regionali le famiglie di 'ndrangheta si scoprono solidali attivandosi anche per inquinare le elezioni amministrative sostenendo specifici candidati: «Agire e muoversi in ambiti che sono di sottogoverno o amministrativo-politico - ha aggiunto il capo della direzione centrale anticrimine, Francesco Messina  - è tipico».

Tutti gli indagati

Giuseppe Affatato, Sherif Arapi, Paolo Bassetti, Alberto Benincasa, Giuseppe Benincasa, Ilirjian Cali, Mario Cicerone, Concetta Cirillo, Fabrizio Conti, Antonio Costantino, Giuseppe Costantino, Salvatore Crugliano, Valentina Danieli, Mario De Bonis, Antonio De Franco, Cinzia Del Latte, Ciro Di Macco, Bassirou Diakhate, Salvatore Diano, Mario Falcone, Sandro Forin, Roberto Fusari, Florin Domitru Gafitescu, Ambra Germini, Piero Giacchetta, Luigi Giappucchini, Lamberto Lombardi, Luca Mancuso Trabucco, Giuseppe Mannolo, Paolo Menicucci, Giuseppe Montenero, Valter Nardoni, Sauro Passeri, Francesco Procopio, Annunziato Profiti, Pasquale Nicola Profiti, Pinica Radu, Emanuele Regni, Emiliano Regni, Antonio Ribecco, Francesco Ribecco, Giovanni Rizzuti, Aleksander Jerzy Sabieraj, Pietro Scerbo, Roberto Taverna, Renzo Tiburzi, Francesco Valentini, Olindo Verrico, Leonardo Zoffreo.