Nel mirino degli inquirenti sono finite le elezioni comunali del 2014 in cui secondo la ricostruzione degli investigatori sarebbero stati eletti rappresentanti vicino alla cosca di San Leonardo di Cutro
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Avrebbero pilotato anche le elezioni comunali di Perugia gli arrestati nell’operazione odierna coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Figura chiave sarebbe stata Antonio Ribecco, ritenuto cerniera di collegamento tra San Leonardo di Cutro e la città umbra. L'uomo l'8 novembre dello scorso anno sbarca a Catanzaro dov'è in corso l'udienza del processo Borderland, istruita dalla dda di Catanzaro contro i clan Trapasso-Mannolo. È in quell'occasione che avrà modo di entrare in contatto con Giovanni Trapasso, ritenuto al vertice della famiglia, ma anche di farsi intercettare mentre confessa di essere da venti anni a disposizione dei Trapasso, «affermando di aver accompagnato più volte Tommaso Trapasso a portare ambasciate ai paesi vicino quali Cirò, Papanice, Petilia, Catanzaro e Reggio Calabria e di aver sempre per conto della cosca, detenuto e occultato il denaro: "L'ho avuti io i soldi di San Leonardo" conferma intercettato, "Pure Nanà me li ha dati una volta. Anzi la terza volta è venuto ed io non c'ero ma voleva sapere dove li mettevo perché si diceva che in paese dovevano arrivare i cani per trovare i soldi, la legge"».
Secondo gli investigatori è lui il nodo di collegamento tra la Calabria e l'Umbria ma anche tra gli affari della famiglia di San Leonardo di Cutro e quella di Siderno. Diverse le conversazioni captate tra lui e Cosimo Commisso, che a Perugia scontava la detenzione domiciliare, da cui emerge anche la capacità di influenzare la politica locale, in particolare sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti sono finite le elezioni comunali del 2014, in cui viene eletta la moglie di un corregionale Luigi Repace, Alessandra Vezzosi e nominato Nilo Arcudi, ritenuto altro uomo di fiducia, in qualità di vice sindaco. Il 5 aprile del 2019, Ribecco viene intercettato mentre dichiara: «La moglie di Repace, che lui è un amico, lo sa, l'abbiamo fatta salire noi al comune e a tutte le parti». Antonio Ribecco riferisce «di aver fatto una serrata campagna elettorale, adoperandosi mediante concessione di prestiti in denaro e lamentandosi comunque del fatto di non aver ottenuto i favori sperati».
Ma le infiltrazioni nel tessuto sociale perugino hanno riguardato anche l'assunzione di calabresi. In una conversazione avvenuta con un imprenditore di Perugia, Ribecco evidenzia come qualsiasi attività illecita sul territorio umbro deve essere prima autorizzata dalla cosca in Calabria: «Se tu qua vuoi fare qualcosa, di queste, ne devi parlare giù prima. Dopo ti permetti di muovere qua sennò non puoi fare niente. Io a questi li faccio pisciare addosso, Toto', basta una parola e si pisciano addosso».