Non aveva proprio le sembianze della mitica auto di “supercar”, ma di certo la Volkswagen Passat nella disponibilità dell’associazione dedita al traffico di stupefacenti, possedeva molte caratteristiche simili ad un’auto di primissimo livello tecnologico. Almeno sotto il profilo delle modalità con cui veniva nascosto lo stupefacente. Perché se è vero che i controlli delle forze di polizia sono sempre più pressanti e articolati, anche con l’ausilio di cani antidroga, anche i trafficanti devono adeguarsi. Ecco allora l’auto, intestata ad un giovane, che era stata prescelta per il trasporto dello stupefacente. Il mezzo era provvisto di un doppiofondo con attivazione elettro-meccanica, congegno azionabile attraverso una combinazione seriale di tasti: 1) accensione motore; 2) accensione sbrinavetri posteriore; 3) pulsante sedile anteriore lato guida, che consentiva lo sblocco di una botola, dalla quale si aveva accesso ad un ampio vano ricavato dietro ai sedili posteriori, ove veniva occultata la sostanza stupefacente.

 

Ed è in occasione dell’arresto di Sebastiano Giorgi che viene rivenuto e sequestrato un quantitativo di oltre sei chilogrammi di cocaina. Ma il vano, secondo quanto appurato dalle indagini, avrebbe potuto contenerne fino a cinquanta chilogrammi.

 

Consolato Minniti

 

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