C’era un meccanismo di custodia e trasferimento del denaro per gli affari in materia di traffico di stupefacenti. Sono state le intercettazioni di Giuseppe Giorgi e Antonio Callipari a svelare le modalità con cui i soldi, partiti dalla Lombardia, arrivavano in Calabria. Si viaggiava con mezzi pubblici, come i pullman, ritenendo alquanto pericolosi i mezzi privati, considerato il rischio di controlli da parte delle forze dell’ordine. Il dato è significativo in ordine alla tipologia ed al volume dei traffici illeciti di stupefacente, costituenti l’oggetto principale dell’organismo associativo.

«Altresì significativo – scrive il gip nella sua ordinanza – è il dato che dopo il sequestro di ingenti somme di denaro si diffuse allarme tra i sodali, che si mostravano preoccupati dell’accaduto, e del danno economico derivato, mostrando al tempo stesso, la capacità di reagire ed ovviare immediatamente e senza difficoltà alcuna a tali perdite, continuando nei traffici illegali oggetto dell’organizzazione, segno evidente della capillare organizzazione dell’organismo associativo».

Per il gip, dunque, «devono ritenersi integrati tutti gli elementi richiesti per la configurazione del modello associativo di cui all’articolo 74, del Dpr 309/90». Comprovata, quindi, la sussistenza dell’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti composta da Antonio Callipari, Giuseppe Giorgi, in posizione di promotori e capi, con ampi poteri decisioni, di cui risultano essere partecipi con funzioni e compiti esecutivi Antonino Gattuso, Rosario Sarcone, Massimo Saverio Sculli, Federica Mariani, Vittorio Favasuli e Sebastiano Giorgi.

 

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Consolato Minniti