Il Tar dà ragione al medico un tempo organico alle cosche di Rosarno e Gioia Tauro, si conclude il braccio di ferro con il ministero dell’Interno
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Marcello Fondacaro, al secolo “Dottor ‘Ndrangheta” sarà riammesso nel programma di protezione accordato ai collaboratori di giustizia. Lo ha stabilito il Tar del Lazio che ha accolto il ricorso del suo difensore Enrico Morcavallo, ponendo così fine a una diatriba cominciata nel 2019. In quel periodo, infatti, la Commissione centrale del ministero dell’Interno estromette Fondacaro dal programma nel quale il medico, un tempo organico alle cosche di Rosarno e Gioia Tauro, era stato inserito fin dal 2016. Data la sua intenzione di continuare a collaborare, sia la Direzione nazionale antimafia che le Dda di Reggio e Catanzaro sollecitano il suo inserimento in un piano provvisorio di protezione.
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Il Ministero, però risponde picche per tre ragioni: a Fondacaro, infatti, si contesta di aver reso «dichiarazioni tardive», ovvero a più di 180 giorni dall’inizio della sua collaborazione; di aver disatteso all’obbligo di partecipare alle udienze dei processi e, buon ultimo, di aver continuato a esercitare l’attività di imprenditore in ambito sanitario, gestendo in prima persona i suoi laboratori d’analisi senza nominare un amministratore, così come invece richiesto dalla commissione centrale. Quest’ultima, dunque, si era determinata a chiudere ogni rapporto con lui, nonostante sul tavolo vi fossero i pareri di segno opposto delle Procure antimafia che evidenziavano «l’importante contributo offerto dalle sue dichiarazioni». Pareri non vincolanti, ma dei quali, secondo i giudici amministrativi, il Ministero avrebbe dovuto tenere conto, procedendo come minimo a «un’ulteriore interlocuzione con le Dda».
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Riguardo alle altre contestazioni, invece, Morcavallo ha dimostrato come fin dal 1998 Fondacaro avesse delegato suo fratello alla gestione delle aziende di famiglie e che la presunta “diserzione” del collaboratore dalle aule fosse quantificabile al più in un paio di assenze giustificate. Morale della favola: il provvedimento del ministero, i cui effetti erano stati in precedenza sospesi dallo stesso Tar, è stato ora definitivamente annullato. Nel corso della sua collaborazione con la giustizia, Fondacaro ha rilasciato dichiarazioni contro le cosche Piromalli e Bellocco, facendo più volte accenno a commistioni fra il crimine organizzato calabrese e ambienti quali imprenditoria, politica e massoneria. Tra i temi da lui affrontati, anche quelli relativi agli affari della mafia trapanese nel settore della sanità. Le Dda calabresi lo hanno utilizzato in diversi processi, non ultimi quelli denominati ’Ndrangheta stragista e Rinascita-Scott.