Il procuratore di Catanzaro ha evidenziato la pericolosità dei clan: «Il Decreto sicurezza incide poco nel contrasto alle mafie»
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Le organizzazioni criminali potrebbero puntare sull'informazione per aumentare il loro dominio. Nicola Gratteri, procuratore Capo di Catanzaro, da Campobasso, accende un faro su uno dei possibili obiettivi della mafia, e sottolinea: «Per molto tempo il fenomeno è stato sottovalutato, tant'è la Ndrangheta nel Centro e Nord Italia è molto presente. Si è radicata in Piemonte e Lombardia dagli anni 50. Da oltre 40 anni è presente in Emilia Romagna, e abbiamo visto con quale forza e pervasività. Ma le mafie diventeranno molto più pericolose nel momento in cui cominceranno, o hanno già cominciato a comprare, pezzi di televisioni o di giornali. Ad esempio, per capire la potenza della Ndrangheta e di quali ricchezze dispone, basti pensare che detiene l'80% del mercato europeo della droga. E' l'unica organizzazione criminale al mondo - conclude Gratteri - che compra la cocaina direttamente dai produttori colombiani a 1000 euro al chilo, mentre altre mafie la pagano 1800 euro».
Il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, invita il governo ad adottare provvedimenti adeguati per combattere la criminalità organizzata che al Sud fa perdere diversi punti di prodotto interno lordo. Alla domanda se il Dl Sicurezza possa contrastare il fenomeno, Gratteri ha rimarcato: «Incide poco nel contrasto alle mafie. Ci vuole ben altro! Nel Sud abbiamo il 9 per cento di Pil in meno a causa della criminalità. Spero, aspetto, cerco di immaginare - ha aggiunto - che il governo metta mano in modo serio, all'ordinamento penitenziario, al codice di procedura penale, che faccia modifiche sostanziali all'architettura del codice per evitare di discutere poi di prescrizioni».