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I finanzieri del Comando provinciale di Bologna e dello Scico (Servizio centrale investigazione criminalità organizzata) di Roma hanno eseguito, in Emilia Romagna, Lazio e Calabria, una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre pregiudicati ritenuti affiliati alla 'ndrina dei Bellocco di Rosarno, responsabili di un episodio di estorsione ai danni dei familiari di un collaboratore di giustizia in provincia di Ravenna. Contemporaneamente all'esecuzione del provvedimento eseguite numerose perquisizioni.
Le dichiarazioni del collaboratore Nicola Femia
L'operazione, denominata "Scramble", trae origine dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Nicola Femia (condannato per associazione mafiosa a seguito della storica sentenza emessa dal Tribunale di Bologna il 22 febbraio 2017 che lo ha ritenuto capo e promotore di un'associazione di stampo mafioso operante nel settore del gioco illegale) che aveva riferito alcuni episodi di estorsione da alcuni calabresi attivi sul territorio emiliano-romagnolo e riconducibili alla 'ndrina dei Bellocco di Rosarno (RC) , riconosciuta come una delle consorterie criminali piu' antiche, pericolose e potenti della 'ndrangheta reggina.
La vicenda originaria risale al gennaio 2011, quando l’attuale collaboratore di giustizia riceveva le prime richieste estorsive collegate alla gestione di una sala scommesse da costui diretta a Roma. Le successive vicende giudiziarie, che avevano coinvolto in tempi diversi ed a vario titolo sia gli estorsori che l’estorto, avevano fatto registrare delle battute di arresto nelle indebite pretese di denaro. Successivamente, tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, nonostante il Femia fosse ristretto in regime carcerario, anche a seguito del suo arresto intervenuto con l’operazione “Black Monkey” del G.I.C.O. di Bologna, le richieste illecite, per un ammontare di 250mila euro, sono riprese nei confronti dei suoi figli, residenti in provincia di Ravenna, fino ad arrivare al novembre del 2016 quando le minacce rivolte nei confronti di costoro, direttamente presso le loro abitazioni in Conselice (RA), non li convinsero a pagare in tre soluzioni 50mila euro.
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Gli arresti
In carcere, su richiesta della Dda di Bologna e su ordinanza del Gip Gianluca Petragnani Gelosi, sono finiti Bruno Filippone, classe 1983 residente a Siderno (RC), Francesco Corrao, residente a Siderno ma domiciliato in Anzio (RM) e Calogero Lupo, classe 1967 residente in Massa Lombarda.