I giudici confermano la decisione di non applicare misure cautelari. Rigettata anche la richiesta a carico di Daniel Barillà, esponente dem genero del boss Araniti
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Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ha rigettato il ricorso della Procura distrettuale antimafia, rappresentata dagli aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto, nei confronti di Giuseppe Neri, consigliere regionale in carica di Fratelli d'Italia e capogruppo autosospeso per gli effetti dell'inchiesta, e Giuseppe Sera, ex capogruppo del Pd al Comune di Reggio Calabria, indagati per scambio politico-elettorale con esponenti della cosca Araniti, una delle 'ndrine più potenti della 'Ndrangheta calabrese.
Il Tribunale della Libertà, inoltre, si è pronunciato a favore di Daniel Barrilà, genero del presunto boss Domenico Araniti, ex esponente del Pd della Vallata del Gallico, indicato dagli inquirenti come "grande elettore" di Neri e Sera, e per Domenico Araniti, detto "il duca", che rimane in regime di custodia cautelare per altre imputazioni nell'ambito dell'inchiesta "Ducale".
Nell'inchiesta, sempre per l'ipotesi di scambio politico-elettorale, è anche indagato il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, per il quale la Procura distrettuale non aveva chiesto misure cautelari. Il Gip del Tribunale, nel respingere la richiesta delle misure cautelari avanzate dalla procura lo scorso giugno nei confronti di Giuseppe Neri e Giuseppe Sera, aveva affermato «il mancato raggiungimento della soglia minima indiziaria», rispetto all'ipotesi di reato di voto di scambio politico-elettorale. Linea, adesso, confermata anche dal Tribunale della Libertà.
Inchiesta Ducale, la Dda di Reggio aveva chiesto l’arresto per Neri e Sera
La Procura antimafia di Reggio Calabria aveva chiesto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due politici al centro dell'indagine "Ducale" e di altri 7 indagati. Neri e Sera, rispettivamente - all'epoca dei fatti - capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale della Calabria e capogruppo del Partito democratico al Comune di Reggio sono indagati a piede libero e la Dda reggina già allo stesso Gip aveva chiesto l'arresto, non ottenendolo. Era stato richiesto l'arresto anche per Daniel Barillà, il giovane esponente del Pd di Sambatello che era per gli inquirenti un "collettore di voti" per candidati di sinistra e destra, e sostenitore della campagna elettorale del sindaco Giuseppe Falcomata.