Sono ben 40 le persone fisiche offese individuate dalla Dda di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta antimafia denominata “Costa pulita” giunta alla richiesta di rinvio a giudizio per 82 indagati con la fissazione dell’udienza preliminare per il 10 marzo prossimo dinanzi al gup distrettuale Pietro Carè. Tali persone offese, nel caso di rinvio a giudizio degli imputati, potranno essere ammesse quali parti civili nel processo. Quattro, invece, gli enti locali che potranno avanzare richiesta di costituzione di parte civile, oltre alla Presidenza del Consiglio. Ed in alcuni casi tale scelta (o mancata scelta) potrebbe creare più di qualche imbarazzo politico.

 

Fra le persone fisiche individuate quali parte offese ci sono: Francesco Rizzo, di San Nicolò di Ricadi; Michele Mandaradoni di Tropea; Domenica Crupi di Limbadi; Michele Purita di Cessaniti ma residente a Paradisoni di Briatico; Sergio Acquas di Vibo Valentia; Giuseppe Galati di Filogaso; Angelo Derenzo di Maierato; Giovanni Imparato di Montoro Inferiore (Av); Angelo Restuccia, originario di Rombiolo e residente a Mesiano di Filandari; Giuseppe De Masi di Rizziconi; Mario Campennì di Nicotera, ma residente a Tropea; Francesco Fabiano di Ricadi; Francesco Parisi di Palmi; Pasquale Landro di Zambrone; Antonietta Mamone di Zambrone; Francesco Cascasi di Vibo Marina; Francesco Rizzo di Briatico; Pasquale Romano di Jonadi; Mario Orlando di Briatico; Raffaele Melluso di Briatico; Alberto Barilalari di Briatico; Raffaele Riga di Briatico; Francesco Bisogni, originario di Briatico ma residente a Roma; Salvatore Dell’Ammassari di Galatro (Rc); Francesco Zungri di Briatico; Antonio Grasso, nativo di Vibo Valentia ma residente a Ponzano Veneto (Tv); Pasquale Barbieri di Briatico; Nazzareno Castagna di Briatico; Rita Morello di Briatico; Leonardo Cavallaro di Briatico; Antonella De Gaetano di Briatico; Maria Baldo di Briatico; Francesco Vallone di Briatico; Mario Napoli di Briatico; Carmela Romano di Briatico; Paolo Careglio di Briatico; Antonio Bonaccurso di Briatico; Salvatore Barbagallo di Vibo Marina; Lucia Romano.

 

Inchiesta “Costa pulita” a Vibo, chiesti 82 rinvii a giudizio dalla Dda

 

Cinque invece gli Enti individuati dalla Dda di Catanzaro quali parti offese e che potranno quindi avanzare richiesta di costituzione di parte civile in un eventuale processo.

Si tratta della Presidenza del Consiglio dei ministri; della Provincia di Vibo Valentia; del Comune di Vibo Valentia; del Comune di Briatico; del Comune di Parghelia;

Quale associazione parte offesa nell’inchiesta la Dda di Catanzaro ha individuato l’associazione antimafia e antiraket “Paolo Borsellino onlus” in persona del legale rappresentante pro tempore.

 

‘Ndrangheta: inchiesta “Costa pulita”, la Dda chiude indagini per 86 persone

 

La costituzione di parte civile ed il “caso” politico. Fra gli enti locali individuati dalla Dda quali parti offese dalla commissione dei reati contestati agli imputati (principalmente l’associazione mafiosa) vi sono sia la Provincia di Vibo Valentia che il Comune di Briatico. Fra le richieste di rinvio a giudizio una interessa anche Andrea Niglia, indagato per il reato di corruzione elettorale, aggravato dall’agevolazione mafiosa (clan Accorinti), ed allo stesso tempo attuale sindaco di Briatico e presidente della Provincia di Vibo Valentia. In pratica nella duplice veste politica di guida dei due enti locali, Andrea Niglia si troverà a dover decidere se la Provincia di Vibo ed il Comune di Briatico dovranno avanzare richiesta di costituzione di parte civile nel procedimento “Costa pulita” che vede indagato anche lui in prima persona. Una situazione a dir poco anomala, qualunque sarà la scelta che verrà adottata. 

 

Nel caso in cui la Provincia di Vibo ed il Comune di Briatico dovessero infatti avanzare richiesta di costituzione di parte civile (e quindi nominare un proprio legale per affiancare in aula la pubblica accusa e chiedere agli eventuali imputati la richiesta di risarcimento dei danni e l'affermazione della penale responsabilità) si avrebbe il caso più unico che raro di un presidente della Provincia e sindaco di un Comune che va a deliberare una costituzione in cui pure lui figura fra gli imputati. Nel caso in cui la Provincia di Vibo ed il Comune di Briatico dovessero invece decidere di non costituirsi parte civile, il “caso” non sarebbe da meno in termini di imbarazzo politico, attesa la presenza di Andrea Niglia fra gli indagati.

 

Per il Comune di Parghelia, invece, nel caso in cui l’attuale amministrazione guidata dal sindaco Maria Brosio decidesse di avanzare richiesta di costituzione di parte civile in un eventuale processo, si registrerebbe anche qui la nomina di un legale del Comune che dovrà andare ad affiancare la pubblica accusa per chiedere il risarcimento dei danni e l’affermazione della penale responsabilità anche nei confronti dell’ex vicesindaco di Parghelia Francesco Crigna (sempre nel caso in cui quest’ultimo venisse rinviato a giudizio).

 

In pratica, l’attuale sindaco Maria Brosio, rieletta primo cittadino nelle amministrative del maggio 2013, dovrà decidere insieme alla sua attuale amministrazione se costituire il Comune di Parghelia parte civile in un processo per mafia e di criminalità organizzata che vede fra gli indagati anche il suo ex vicesindaco Francesco Crigna (accusato di corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose e concorso esterno in associazione mafiosa, ovvero concorso il clan Il Grande di Parghelia), eletto nelle amministrative del novembre 2009 e poi divenuto assessore e vicesindaco (con sindaco Maria Brosio) sino al 9 gennaio 2013 quando, a seguito di un articolo di stampa che dava conto delle risultanze investigative dell’inchiesta antimafia “Peter Pan” sui rapporti fra mafia e politica al Comune di Parghelia, la giunta comunale guidata dall’avvocato Maria Brosio decideva di rassegnare le dimissioni.

 

Situazioni anomale, dunque, sia alla Provincia di Vibo che al Comune di Briatico e, in minor misura, anche al Comune di Parghelia. Anomalie che la politica sarà presto chiamata a dover dirimere nell’interesse dei cittadini e, possibilmente, evitando imbarazzi capaci di oltrepassare gli stretti confini provinciali.  

 

Giuseppe Baglivo