Ritenuti affiliati al clan, i tre sono accusati di essersi impossessati in modo illecito di numerosi terreni situati nel comune di Roccabernarda
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In 12 anni si sarebbero impossessati in modo illecito di numerosi terreni situati nel comune di Roccabernarda, nel crotonese. Per questo motivo, i carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro e dell'Aliquota carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria della Procura di Catanzaro hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta della Dda catanzarese nei confronti di tre persone ritenute affiliate alla cosca Bagnato.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, invasione di terreni, falsità ideologica e materiale, trasferimento fraudolento di valori e danneggiamenti aggravati dal metodo mafioso. Nel corso dell'operazione è stato anche eseguito un sequestro preventivo di 104 terreni agricoli, 5 immobili e un veicolo per un valore complessivo di circa un milione di euro.
Il provvedimento trae origine da un'indagine condotta dai carabinieri, diretta e coordinata dal procuratore Nicola Gratteri e dai pm Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Pasquale Mandolfino, che ha riguardato l'operatività della cosca Bagnato di Roccabernarda, con particolare riferimento all'impossessamento illecito avvenuto dal 2005 al 2017, da parte del capo cosca Antonio Santo Bagnato, di numerosi terreni agricoli.
Le indagini, secondo l'accusa, hanno permesso di documentare l'operatività della cosca Bagnato ed il modus operandi utilizzato dai componenti della cosca per impossessarsi dei terreni e quindi intestarseli che prevedeva dapprima degli approcci anche violenti ed intimidatori con i proprietari e, successivamente, sfruttando la collaborazione di professionisti, l'effettuazione dei passaggi burocratici mediante falsi testamenti o false dichiarazioni di usucapione contenute in atti di donazione. Inoltre sarebbero emersi, sulla base delle dichiarazioni delle vittime ascoltate dai carabinieri, molti episodi estorsivi portati a termine dalla cosca per appropriarsi illecitamente dei terreni agricoli.