VIDEO | Nell’elenco figurano i politici Alessandro Nicolò, Demetrio Naccari Carlizzi e Sebi Romeo (non accusato di mafia), gli imprenditori Demetrio e Francesco Berna. Secondo l’accusa la cosca Libri si era infiltrata nel mondo imprenditoriale e delle istituzioni
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La Dda di Reggio Calabria ha chiuso le indagini dell’inchiesta “Libro nero”. In queste ore è stato notificato, agli indagati, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Sono 19 le persone finite sotto inchiesta. Fra loro vi sono anche politici di primo piano della città di Reggio Calabria, come Alessandro Nicolò, ex consigliere regionale accusato di associazione mafiosa, Demetrio Naccari Carlizzi, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e Sebi Romeo, non accusato di reati di mafia ma di un tentativo di corruzione. Su quest’ultima posizione, di recente, la Corte di Cassazione si è espressa con un annullamento senza rinvio quanto alla fase cautelare, dando un colpo non indifferente alle accuse.
I fratelli Berna
Oltre ai politici, un ruolo di spicco nell’intera inchiesta lo hanno avuto certamente gli imprenditori coinvolti. Nel mirino della Dda, infatti, sono finiti i fratelli Demetrio e Francesco Berna. Quest’ultimo, pochi giorni dopo il suo arresto, ha iniziato a rendere dichiarazioni all’autorità giudiziaria, fornendo i dettagli relativi al modus operandi della cosca Libri nei confronti del mondo imprenditoriale ed è ora accusato di concorso esterno, differentemente dal fratello Demetrio che risponde di associazione mafiosa piena.
La posizione di Tortorella
Fra le persone indagate vi era anche Giuseppe Demetrio Tortorella, grimaldello fondamentale per quanto concerne i rapporti della cosca Libri con la politica. Nel periodo intercorrente fra l’esecuzione della misura cautelare e l’avviso di conclusione indagini, purtroppo, Tortorella è deceduto per un male contro cui lottava da tempo e che ne aveva determinato anche la detenzione domiciliare proprio per ragioni di salute.
Gli accusati di associazione mafiosa
Sono 12, in totale, le persone accusate di associazione mafiosa piena. Fra loro anche Alessandro Nicolò, ritenuto dagli inquirenti il referente politico della ‘ndrangheta, ed in particolare delle cosche Libri e De Stefano Tegano, nonché delle altre cosche della provincia reggina, stringendo un accordo stabile e permanente, grazie al quale avrebbe ottenuto un ingente pacchetto di voti in occasioni delle consultazioni elettorali, assicurando ai clan benefici di vario genere: dal procacciamento di posti di lavoro, all’attribuzione di incarichi fiduciari negli enti locali, fino alla risoluzione di problematiche presso le pubbliche amministrazioni e l’aggiudicazione di appalti.
Quanto agli appartenenti alla cosca, nella sua componente diretta e militare, emergono le figure di Antonino Caridi e Gianpaolo Sarica, ritenuti promotori e dirigenti del sodalizio ‘ndranghetistico.
Il ruolo dell’avvocato
Fra gli indagati, con l’accusa di appartenere alla cosca anche l’avvocato Giuseppe Putorti che, secondo la ricostruzione della Dda, avrebbe prestato la propria professione di difensore, per veicolare messaggi da e verso l’esterno del carcere e così consentire ai capi del sodalizio di comunicare con gli associati ed altri soggetti.
Il concorrente esterno
Deve invece rispondere dell’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa Demetrio Naccari Carlizzi, ex assessore regionale e vice sindaco di Reggio Calabria. Secondo i magistrati Stefano Musolino e Walter Ignazitto, Naccari, in occasioni delle competizioni elettorali per il rinnovo degli organismi elettivi delle istituzioni comunali e regionali, chiedeva e riceveva, per sé o per i candidati da lui indicati, i voti raccolti dai rappresentanti delle cosche di ‘ndrangheta nelle aree territoriali di rispettiva pertinenza. Naccari, come controprestazione, avrebbe assicurato la sua disponibilità per garantire ai rappresentanti delle cosche l’aggiudicazione di appalti, la risoluzione di problematiche di vario genere ella pubblica amministrazione, nonché l’assunzione in enti pubblici o privati di affiliati o di soggetti comunque vicini al sodalizio ‘ndranghetistico.
La tentata corruzione dei due Romeo
C’è anche Sebi Romeo nell’elenco degli indagati dell’inchiesta “Libro nero”. L’ex capogruppo del Pd in consiglio regionale sembrava fosse stato stralciato dal procedimento principale. Ed invece oggi la sua posizione compare unitamente a quella di Francesco Romeo e di Concetto Laganà. L’accusa è quella ormai nota vicenda di una presunta corruzione da parte di Francesco Romeo, il quale avrebbe offerto informazioni riservate in cambio dell’assunzione di una persona in una ditta di trasporti.
L’elenco degli indagati
Antonino Caridi
Giuseppe Libri
Rosa Libri
Saverio Pellicanò
Giuseppe Putortì
Gianpaolo Sarica
Giuseppe Serranò
Giuseppe La Porta
Antonio Presto
Demetrio Berna
Francesco Berna
Stefano Sartiano
Demetrio Naccari Carlizzi
Alessandro Nicolò
Sebastiano Romeo
Francesco Romeo
Concetto Laganà
Pasquale Repaci
Antonio Zindato
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