È stata fissata al 31 maggio prossimo l'udienza preliminare nel corso della quale il gup dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio di 75 persone - 25 sono le parti offese - imputate nel maxi processo "Epicentro" con il quale la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha riunito le operazioni "Malefix", "Metameria" e "Nuovo corso".

L'avviso di fissazione dell'udienza preliminare e la richiesta di rinvio a giudizio, formulata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dai pm Walter Ignazitto, Stefano Musolino e Giovanni Calamita, sono stati notificati nei giorni scorsi agli imputati ai quali la Dda contesta la partecipazione alle più importanti cosche del mandamento "Reggio Centro". Per la Dda, infatti, questo sarà un processo all'«articolazione della 'ndrangheta geneticamente riferibile al territorio di Archi, ma con penetrante influenza ed egemonia criminale sull'intero territorio reggino». Territorio dove i principali clan storicamente, operanti nella città dello Stretto, si sono riunificati «intorno alla cosca De Stefano».

Quella che viene fuori dalle carte dell'inchiesta "Epicentro", infatti, è una fotografia della 'ndrangheta che i pm hanno iniziato a intravedere una decina di anni fa con il processo "Meta", nato dall'indagine del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo sulla cattura del boss Pasquale Condello avvenuta nel 2008. Ma anche con il processo "Gotha" che presto arriverà a sentenza e che vede imputata la componente riservata delle cosche reggine. Tra gli imputati del nuovo maxi-processo ci sono i boss Carmine, Orazio, Paolo Rosario e Giorgino De Stefano conosciuto con il soprannome di "Malefix".

Ma pure i fratelli Alfonso e Gino Molinetti detto "la belva", Demetrio Condello, Giandomenico Condello, Demetrio Canzonieri, Antonio Libri, Filippo Barreca ed Edoardo Mangiola. Tutti sono stati arrestati nelle tre inchieste coordinate dalla Procura di Reggio e sono considerati i capi delle rispettive famiglie di 'ndrangheta. È stato chiesto il rinvio a giudizio anche per altri esponenti della criminalità organizzata come Antonio Serio detto "Totuccio", Antonino Latella e il boss Giovanni Rugolino, ritenuto il capo locale di Catona.

Almeno tre summit di 'ndrangheta che si sono svolti nella zona nord di Reggio Calabria sono stati documentati nel corso delle indagini che hanno portato al procedimento "Epicentro" con il quale la Direzione distrettuale antimafia di Reggio ha riunito le operazioni "Malefix", "Metameria" e "Nuovo corso". Nei summit il boss Giovanni Rugolino, ritenuto il capo locale di Catona, quartiere della città, si è incontrato con altri boss come Paolo Rosario De Stefano e Gino Molinetti. Entrambi sono stati fotografati mentre arrivavano, in due momenti diversi, a Catona, nel luogo dove Rugolino - conosciuto con il soprannome di "Craxi" e già condannato nel processo "Meta" - gli aveva dato appuntamento.

Non è escluso, secondo gli investigatori, che sia trattato di riunioni mafiose in cui si è discusso delle fibrillazioni registrate in quel periodo per la conquista del potere mafioso a Gallico - altro quartiere cittadino - dove le spinte scissioniste di Gino Molinetti hanno rischiato di deflagrare in un vero e proprio "terremoto" di 'ndrangheta. Terremoto che ha portato anche ad alcuni omicidi e a numerosi danneggiamenti ma che è stato bloccato grazie agli arresti disposti nell'ultimo anno dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.