Blitz nella piana di Gioia Tauro, in provincia di Bologna e Aosta dove è in corso una vasta operazione dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria, con il supporto di militari del Comando provinciale di Bologna e del Gruppo di Aosta,  coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare a carico di numerose persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso.

Gli arrestati

Si tratta di Giuseppe Facchinieri, Cittanova, 59 anni; Giuseppe Chemi, Taurianova, 59 anni; Roberto Raffa, Taurianova, 44 anni; Vincenzo Facchinieri, Cittanova, 52 anni; Giuseppe Facchinieri, nato a Cittanova, 49 anni; Michele Raso, San Giorgio Morgeto, 57 anni; Vincenzo Raso, nato a San Giorgio Morgeto, 66 anni; Giorgio Raffa, nato a San Giorgio Morgeto, 49 anni; Vincenzo Raffa, nato a San Giorgio Morgeto, 43 anni; Tommaso Fazari, nato a San Giorgio Morgeto, 59 anni; Giuliano Sorbaro, nato a San Giorgio Morgeto, 46 anni; Raffaele Sorbara, nato a San Giorgio Morgeto, il 50 anni; Maria Gaetano Agostino, nato a Carpanzano, 75 anni (agli arresti domiciliari).

Le indagini

L’attività investigativa, convenzionalmente denominata Altanum, è stata avviata dai carabinieri della Compagnia di Taurianova a seguito delle risultanze dell’indagine Crimine che, nel 2010, avevano sancito l’esistenza, a San Giorgio Morgeto, di un locale con a capo Mario Gaetano Agostino, oggi 75enne. Sebbene assolto dall’accusa, il materiale acquisito nell’ambito di quel procedimento penale ha consentito ai Carabinieri di Taurianova di avviare una più specifica attività investigativa, volta ad individuare i presunti appartenenti al locale di San Giorgio e a comprovarne la loro attuale operatività.

 

In particolare, serrate attività tecniche e dinamiche hanno permesso ai reparti dell’Arma di documentare: l’operatività attuale della cosca “Facchineri” di Cittanova e del locale di San Giorgio, facendo luce sul ruolo ricoperto dai rispettivi sodali (per la prima, diretta Giuseppe Facchineri detto “il professore, il fratello Vincenzo Facchineri, Roberto Raffa, basista in Valle d’Aosta e cognato dei FACCHINIERI, Giuseppe Chemi, Salvatore  Facchineri e Giuseppe Facchineri detto “scarpina, che per conto della cosca si occupava anche di estorsioni nel territorio reggino; per la seconda, al cui vertice si conferma il nominato Mario Gaetano Agostino, i suoi nipoti Raffaele e Giuliano Sorbara, i fratelli Michele e Vincenzo Raso, da tempo punto di riferimento della locale in Valle d’Aosta, i fratelli Vincenzo e Giorgio Raffa, cognati dei Raso, e Tommaso Fazari);  il penetrante controllo del territorio esercitato dalle due cosche e i relativi interessi illeciti, con particolare riferimento agli appalti di lavori pubblici, ai tagli boschivi, alla compravendita dei terreni e all’assunzione dei lavoratori da parte delle locali aziende; la proiezione delle due consorterie nel territorio valdostano, ove risultano risiedere svariati soggetti originari di San Giorgio Morgeto, risultati collegati con alcuni degli odierni indagati; la disponibilità, in capo ad entrambi i sodalizi, di armi e munizioni, funzionali all’imposizione della volontà mafiosa attraverso il sistematico ricorso a minacce, estorsioni e danneggiamenti.

L'omicidio di Salvatore Raso

I ruoli degli indagati nell’ambito della cosca Facchineri e del locale di San Giorgio ed i rispettivi interessi illeciti sono emersi nell’ambito delle indagini che hanno documentato la “fibrillazione” generatasi nel 2011 tra i due sodalizi, entrambi determinati a mantenere il proprio predominio nel territorio di San Giorgio Morgeto, nell’ambito della quale è maturato l’omicidio di Salvatore Raso, esponente della locale di San Giorgio ucciso il 16 settembre 2011 in località Sant’Eusebio del comune di San Giorgio Morgeto, nei pressi della sua abitazione.

 

Dalle modalità esecutive dell'efferato fatto di sangue – nei confronti della vittima sono stati esplosi 10 colpi di “pallettoni”, uno dei quali alla nuca – e dagli esiti dei preliminari accertamenti era emerso sin da subito che la chiave di lettura del grave delitto non fosse da ricercare in un isolato episodio di criminalità comune ma in un ben più ampio ed articolato contesto di criminalità organizzata.

 

Alla base dell’agguato vi erano i contrasti generati dall’azione estorsiva tentata in danno due imprenditori operanti in Valle d’Aosta, ma originari di San Giorgio Morgeto, promossa da esponenti della cosca Facchineri. Per tale tentativo di estorsione, svolto mediante atti intimidatori e lettere minatorie, sono stati condannati in via definitiva Giuseppe Facchineri “il professore”, Chemi Giuseppe e Raffa Roberto, tutti destinatari dell’odierno provvedimento in qualità di appartenenti alla cosca Facchineri.

 

In particolare, in uno dei due episodi, l’imprenditore vittima dell’estorsione si era rivolto ai fratelli Raso, Michele, Salvatore e Vincenzo, cui aveva richiesto un aiuto per evitare le pretese dei Facchineri. Proprio il conseguente intervento dei Raso in favore dell’imprenditore sangiorgese li ha posti in netto contrasto con Giuseppe Facchineri e i suoi sodali, gettando le premesse per l’omicidio di Salvatore Raso.

 

Gli esiti delle investigazioni condotte dai carabinieri di Taurianova  hanno consentito una più approfondita chiave di lettura della vicenda estorsiva, collocandola nel contesto mafioso poiché volta, da una parte, a far conseguire ai Facchineri l’illecito vantaggio economico dell’estorsione e, dall’altra, ad affermare il principio che, pur operando in altra regione d’Italia, le attività economiche condotte da soggetti originari del sangiorgese devono dare conto alla famiglia mafiosa predominante nell’area di provenienza, i Facchineri.

 

Infine, nel delineare la rilevanza dei ruoli dei singoli indagati nell’ambito della locale di San Giorgio e le dinamiche interne al sodalizio, le indagini dell’Arma di Taurianova hanno permesso di evidenziare l’attualità dei collegamenti fra questi e alcuni affiliati alla locale di ‘ndrangheta operativa in Valle d’Aosta. Tale circostanza si salda coerentemente con i recenti esiti dell’indagine Geena, svolta dal Ros e dai Carabinieri del Gruppo di Aosta coordinati dalla Dda di Torino, che ha portato nel gennaio scorso all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare a carico, fra gli altri, di 9 soggetti (alcuni dei quali originari di San Giorgio Morgeto) accusati di associazione mafiosa in quanto affiliati alla locale aostana.

 

 

AGGIORNAMETO DEL 20/02/2020

La Regione Valle d'Aosta si costituirà parte civile nel processo riguardantel'inchiesta per 'ndrangheta Altanum, in corso al Tribunale di Reggio Calabria.