A denunciare le anomalie fu l’allora sindaco e attuale assessore regionale Giovanni Calabrese. Nel mirino della Dda reggina gruppi criminali ritenuti riconducibili alla cosca Cordì
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Quattro assoluzioni, quattro condanne rideterminate e una confermata. È questo il verdetto emesso dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nei confronti di 9 imputati alla sbarra nel processo scaturito dall’operazione “Riscatto“, coordinata dalla Distrettuale antimafia reggina che permise di ricostruire l’operatività di gruppi criminali ritenuti riconducibili alla cosca Cordì di Locri per estorsioni e per il monopolio sul cimitero cittadino.
Nel corso delle indagini è stato accertato che alcuni soggetti gestivano, con modalità illecite «tutte le attività legate ai servizi funebri del cimitero di Locri, tra cui l’organizzazione dei funerali, la vendita dei fiori, le attività edili sulle tombe e il trasporto di defunti dall’ospedale alle abitazioni». A denunciare le anomalie al campo santo locrese fu l’allora sindaco di Locri e attuale assessore regionale Giovanni Calabrese. Di seguito il verdetto dei giudici di piazza Castello.
Antonio Alì - assolto
Cosimo Alì - assolto
Giorgio Alì - assolto
Vasile Iulian Albatoaei - 5 anni
Guido Brusaferri - 18 anni
Domenico Cordì (classe 1979) - 18 anni e 6 mesi
Salvatore Dieni - assolto
Emmanuel Micale - 11 anni
Gerardo Zucco - 18 anni