E’ in corso una vasta operazione antimafia della Polizia di Stato di Catanzaro e del Servizio Centrale Operativo di Roma che sta eseguendo 14 arresti tra esponenti di spicco delle consorterie Ianazzo e Cannizzaro-Daponte attive nel comprensorio di Lamezia Terme. Le persone arrestate stamani erano state tutti condannate, nei giorni scorsi, in sede di giudizio abbreviato, a pene significative in quanto ritenuti responsabili di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, estorsione e traffico di armi.


Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catanzaro che avevano a suo tempo portato all’operazione “Andromeda”, ricostruivano l’organigramma della temibile consorteria criminale dei Iannazzo individuando i personaggi di vertice del sodalizio (Vincenzino Iannazzo detto “Il Moretto”, Pietro Iannazzo, Francesco Iannazzo detto “Cafarone”, Antonio Davoli) e le alleanze costituite nel corso degli anni con le cosche Giampà e Cannizzaro-Daponte.

 

Gli omicidi. I destinatari del provvedimento sono stati arrestati per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso in quanto appartenenti alla cosca Iannazzo ed a quella federata dei Cannizzaro-Daponte; taluni di essi rispondono inoltre dell’omicidio, avvenuto in Lamezia Terme il 23 maggio 2003, di Antonio Torcasio cl. ’71 (all’epoca reggente dell’omonima cosca), di quello di Vincenzo Torcasio cl. ‘84 e del contestuale tentato omicidio di Vincenzo Curcio, cl. ’80, avvenuti in Falerna il 27 luglio 2003, (esponenti della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri).

 

Tali delitti si inquadravano in una strategia criminale delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte volta a mantenere l'esclusivo controllo di gran parte del territorio di Lamezia Terme, anche attraverso l'eliminazione fisica degli esponenti di spicco della cosca avversa Cerra-Torcasio-Gualtieri attiva soprattutto nel campo delle estorsioni.

 

Le estorsioni. Le attività investigative svolte all’epoca avevano permesso, altresì, l'accertamento e la contestazione di numerosi episodi estorsivi realizzati da esponenti delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte a carico di commercianti ed imprenditori del comprensorio lametino in un contesto di acquisizioni investigative derivanti dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia e da intercettazioni telefoniche ed ambientali, che delineava un accordo tra gli esponenti di vertice della cosca Giampà e quella degli Iannazzo nella gestione delle attività estorsive con relativa spartizione dei proventi

 

Alcuni dei personaggi tratti in arresto vengono ritenuti responsabili anche di danneggiamenti e detenzione illegale di armi ed esplosivi.

 

I NOMI: 

 

Antonio Provenzano, 58 anni
Emanuele Iannazzo, 36 anni
Alfredo Gagliardi, 39 anni
Francesco Costantino Mascaro, 43 anni
Antonino Cannizzaro, detto "Antonello", 39 anni
Domenico Cannizzaro, detto "Ricciolino", 42 anni
Francesco Salvatore Pontieri, 50 anni
Pasquale Lupia, 54 anni
Francesco Iannazzo, detto "u Cafarone", 62 anni
Gregorio Scalise, 25 anni
Claudio Scardamaglia, 45 anni

 

 

Altre due persone destinatarie del provvedimento restrittivo sono ancora irreperibili; tra di esse Vincenzo Torcasio, cl. ’78 detto “U Giappone”, condannato alla pena di anni 30 di reclusione per omicidio, che nei giorni scorsi è balzato agli onori della cronaca in quanto alcuni organi di stampa hanno pubblicato articoli relativi ad un seguitissimo profilo facebook denominato “Onore è dignità”, apparentemente a lui riconducibile, attraverso il quale vengono lamentate presunte deviazioni e malfunzionamenti della giustizia e del sistema carcerario nel Paese in particolare con vari post di sprezzante critica rispetto alla sentenza del processo “Andromeda” che, in un breve lasso di tempo, sono stati a più riprese condivisi.