Sono 41 i cadaveri recuperati dopo il tragico naufragio di due settimane fa al largo delle coste del Mar Jonio. Il numero dei corpi rinvenuti è stato ricavato da Radio Radicale, attraverso i documenti ufficiali della Guardia Costiera Italiana diffusi a ministeri e dipartimenti ma non alla stampa, che più volte in questi giorni ha denunciato la carenza di comunicazione istituzionale rispetto ad una delle più grandi tragedie consumate nel Mediterraneo. All’appello inoltre mancherebbero ancora 24 dispersi mentre sono 11 i sopravvissuti.

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Le operazioni di ricerca finora riscontrate hanno avuto luogo dal 17 al 24 giugno. «Dal mattinale del 24 giugno in poi – spiega il giornalista Sergio Scandura sul suo profilo X - nella parte "attività SAR" MRSC di Reggio Calabria, non risultano esiti e attività di ricerca sull’evento SAR numero 972».

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Silenzio anche dalle parti della Prefettura. Gli aggiornamenti dell’organo periferico del Ministero dell'interno sono fermi a martedì scorso dopo che per due giorni consecutivi e soltanto dopo le sollecitazioni dei media locali, erano state diffuse due note stampa. Il mistero continua ad aleggiare anche sulla ripartizione e la destinazione dei corpi per la sepoltura. «Non si vede perché le salme delle vittime del naufragio non vengano portate in un unico luogo, come sempre si è fatto, per una comune celebrazione funebre» ha scritto sui suoi canali social Vittorio Alessandro, ammiraglio in congedo della Capitaneria di Porto.

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