Venti anni di reclusione e tre milioni di multa per lo scafista meccanico La giudice Elisa Marchetto ha riconosciuto il turco colpevole per tutti i capi di imputazione che erano, favoreggiamento della immigrazione clandestina, naufragio colposo, morte come conseguenza di altro delitto.

Accettate dunque tutte le conclusioni del sostituto Pasquale Festa nelle funzioni di pubblico ministero, che nel processo a Ufuk Gun, il 28enne turco riconosciuto da quasi tutti come il meccanico a bordo della Summer Love poi schiantatasi sulle coste di Steccato di Cutro, che aveva chiesto 20 anni con un risarcimento minore, cioè di due milioni e centomila euro. 

Una giornata intensa, terminata solo alle 18, ed iniziata al mattino con l’udienza risolutiva del rito abbreviato scelto dal ventottenne turco, che con l’ausilio dell’interprete, si è definito perseguitato politico «in Turchia nel 2016 c’è stato un golpe» (ha specificato ad un certo punto); ha ricostruito tutta l’odissea, sin dai tre giorni prima la partenza proprio con la Summer Love, poi schiantatisi con il caicco sulle coste crotonesi, i momenti del naufragio, la fuga con Mohamed siriano (e poi fino alla sua individuazione ed arresto in Austria mentre stava per tentare di trasferirsi in Germania 

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Tutta una serie di ricostruzioni sentite ed apparse credibili anche rispetto ai riscontri ed al controinterrogatorio del pm Festa e di uno degli avvocati di parte civile Francesco Verri: «C'era caos, gente che gridava. Prima dell'incidente le altre persone a bordo hanno più volte chiamato i numeri di emergenza», ha riportato.

Ma la resa dei conti politici c’è stata nel botta e risposta delle conclusioni, dopo la richiesta del Pm e la lunga serie dei vari avvocati di parte civile, poco prima della conclusiva dell’avvocato Salvatore Falcone è stato il turno dell’avvocato Aldo Mistrulli dell’avvocatura dello Stato che ha chiesto anche i danni da immagine per aver messo in imbarazzo il governo ed il Ministero degli Interni che «sono apparsi all’estero come inadempienti». La replica dell’avvocato Falcone è stata secca nell’arringa finale: «È lo Stato ad essere stato inopportuno a presentarsi come parte civile di un processo che ha trovato un capro espiatorio perfetto».

Poi alle 18.03 la lettura da parte della giudice Marchetto della sentenza che ha confermato in toto le richieste della Pubblico Ministero.