Quella di ieri al Tribunale di Crotone era una udienza attesa nel procedimento ordinario contro gli scafisti della strage di Cutro del 26 febbraio del 2023, quasi incredibilmente copia del più recente dramma di Roccella Jonica dello scorso 17 giugno. In programma ci sarebbe dovuta essere la deposizione dei tre alla sbarra, imputati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio colposo e morte come conseguenza del reato di favoreggiamento all’immigrazione: Sami Fuat, cinquantenne cittadino turco, e Ishaq Hassan e Khalid Arslan poco più che ventenni provenienti dal Pakistan.

Si sarebbe dunque potuto e dovuto ascoltare “le ragioni” di chi è accusato di avere colpevolmente pilotato quel caicco carico all’inverosimile di uomini, donne e bambini fino allo schianto sulle secche di quel tratto di Jonio, a pochi metri dalla terra ferma, quando il peggio sembrava ormai alle spalle.

Ed invece è stata la giornata segnata, nuovamente, dalla testimonianza di Mojtaba Rezapourmoghaddam l’iraniano superstite che ha dovuto riconoscere il terzo presunto scafista, Ishaq Hassan, che era stato inizialmente dirottato al tribunale dei minori di Catanzaro, poi identificato invece come maggiorenne ed annesso al procedimento contro Fuat ed Arslan.

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«Avete fatto morire donne e bimbi innocenti», aveva rammentato nell’udienza dell’aprile dello scorso anno il superstite iraniano che oggi accompagna il suo nitido persiano ad una notevole conoscenza dell’italiano visto che, assieme alla sua famiglia, è oramai adottato da Crotone per il tramite della pasticceria Sweet che gli ha dato un lavoro ed un futuro. Impossibile non rimanere colpiti dalla trasformazione del migrante che all’epoca aveva ancora le cicatrici sanguinanti di una strage che portò morte ad almeno 35 minori da cui riuscì a strappare il suo bimbo dopo l’impatto con quello che lui definì essere stato lo scoglio, e che nonostante perse gli occhiali, una volta in mare, è riuscito ad aggrapparsi ad un pezzo di legno dello stesso caicco Summer Love; pezzi di legno di un sogno infranto che invece non hanno incontrato i 26 bambini dispersi di Roccella, colati a picco senza appigli dopo l’esplosione in stiva di una barca a vela, poi lentamente naufragata quasi intatta nella sua superficie e “vedetta” di un dramma dove genitori hanno visto affogare i propri figli.

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Impossibile, così, rimanere solo semplici cronisti di fronte ai tentativi di protesta dei trafficanti (forse più di se stessi) che dalle sbarre protestano contro l’interprete del superstite che farebbe, secondo loro, qualche errore nella traduzione che li consegna alla possibile verità processuale, come “semplici” carcerieri soprattutto quando l’attesa del sempre annunciato come imminente inizio del processo alla catena dei soccorsi, stenta ancora a terminare.

Dopo il riconoscimento sempre lucido, ma sicuramente più asciutto, di Rezapourmoghaddam, proprio il voler evitare ulteriori problemi di interpreti ed interpretazioni nelle testimonianze degli imputati l’avvocato Salvatore Perri, difensore di Arslan e Hassan, congiuntamente al pm Festa hanno proposto al presidente D’Ambrosio di rinviare l’esame che così avverrà il prossimo 30 luglio con la chiara volontà di terminare anche questo giudizio entro l’estate.

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Infatti dopo la condanna a vent'anni del turco Gun Ufuk nel primo grado dell’abbreviato dello scorso febbraio, e la medesima richiesta per il siriano di 26 anni Mohamed Abdessalem nell’altro abbreviato la cui sentenza è prevista a giorni, i tre ultimi presunti scafisti oggi alla sbarra, in questo rito ordinario sempre celebrato al tribunale di Crotone, sono consapevoli di poter ricevere il loro primo grado di giudizio prima della pausa estiva. Così come, dopo la proroga richiesta per il supplemento indagini sul giudizio pendente sulla catena dei soccorsi, molto presto, questa volta per davvero fanno sapere dalla Procura, dovrebbe iniziare a celebrarsi.

Ovviamente oltre a cercare di comprendere come possano reggere ipotesi di omissione d'atti d'ufficio e omicidio colposo nei confronti di uomini della Guardia costiera e della Guardia di finanza, sarà ancora più importante comprendere se nei pc degli indagati ci sono mail e circolari che riescano anche a scandagliare quanta eventuale complicità istituzionale e politica si sia stagliata tra catena dei soccorsi e direttive nazionali ed internazionali, oltre alla oramai evidente quantità/qualità di errori, anche di calcolo, abbiano concorso; e che dopo Roccella è ancora più evidente che continuino a concorrere sulla pelle di uomini, donne e bambini.