Negli anni ‘90 la ‘ndrangheta era solo uno degli attori che si muovevano nel mondo del traffico internazionale di droga. Trenta anni dopo i clan calabresi dettano ormai le regole di quel mondo oscuro che muove quintali di cocaina e montagne di soldi. È questo l’aspetto più importante dell’inchiesta portata a termine stamattina dalla guardia di finanza di Reggio Calabria (LEGGI TUTTI I NOMI), ribattezzata Magma 2. L’inchiesta prende le mosse dall’operazione Magma che nel 2019 aveva portato all’azzeramento del potente clan Bellocco di Rosarno, ma mentre la prima tranche dell’inchiesta si focalizza sugli aspetti nazionali, la seconda guarda fuori dai confini italiani individuando la struttura stessa dell’organizzazione, che apre nuovi canali di approvvigionamento, intrattiene rapporti con i narcos e impone le sue regole.

Così, le Fiamme gialle scoprono che un boss di un cartello brasiliano, Claudio Alexandre De Castro Caldas finito in carcere, si sarebbe recato a Rosarno per redimere una controversia con l’allora reggente del clan Bellocco, Umberto Bellocco classe ’72, considerato il capo promotore dell’organizzazione. Un fatto già di per sé indicativo del ruolo che ormai gioca la ‘ndrangheta in questo mercato illecito, ma l’affermazione del punto di vista dei calabresi in quella diatriba fa capire fino in fondo come le regole ormai si siano capovolte: è la ‘ndrangheta che dà le carte, non più i cartelli.  

L’operazione Magma 2 porta alla luce i solidissimi rapporti che legano la ‘ndrangheta con il resto del mondo del narcotraffico. I narcos, secondo le Fiamme gialle e la Dda reggina, non vogliono altri interlocutori, trattano quasi solo con la ‘ndrangheta, che garantisce anche per altre organizzazioni. La sua parola conta molto, tanto che i clan calabresi avrebbero il potere di fare arrivare ad altre mafie la cocaina a credito, garantendo per loro.

Interessante anche la nuova triangolazione del traffico di droga dall’America all’Europa scoperta dai finanzieri fin dal 2019: Brasile come nuovo paese fornitore, le organizzazioni criminali albanesi come cartelli emergenti e lo stoccaggio della droga in Svizzera, Stato fin qui estraneo al narcotraffico. Dunque nuove vie di approvvigionamento e nuove rotte, nuovi giocatori e una sola costante, le cosche calabresi.