Nel corso dell'udienza sono stati sentite la moglie e la figlia di Salvatore Talarico, deceduto nel marzo del 2016. I camici bianchi accusati di ritardo della formulazione della diagnosi e di esami incompleti (ASCOLTA L'AUDIO)
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Questo pomeriggio si è entrati nel vivo del procedimento penale a carico di cinque medici dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro accusati della morte di Salvatore Talarico avvenuto per «shock settico secondario» nel marzo del 2016. Imputati risultano, infatti, il chirurgo Francesco Leone, il medico del pronto soccorso Claudio D'amore e tre medici del reparto di Chirurgia Pasquale Castaldo, Antonio Raynal e Nicola De Grazia.
Nello specifico, le imputazioni muovono dalla presunta negligenza, imprudenza e imperizia nella formulazione della diagnosi e nell'attivazione della terapia che avrebbe condotto alla morte Talarico, giunto il 6 marzo del 2016 al pronto soccorso dell'azienda ospedaliera. Francesco Leone che in quell'occasione ha effettuato una consulenza specialistica è accusato di aver effettuato un esame incompleto mentre Claudio D'Amore di aver dimesso l'uomo rinviandolo al medico curante per controlli senza compiere nè disporre alcun tipo di accertamento clinico diagnostico. I tre medici del reparto di Chirurgia sono, inoltre, accusati di aver ignorato la sintomatologia presentata dal paziente.
Nel pomeriggio sono state ascoltate la moglie e la figlia di Salvatore Talarico che hanno riferito le circostanze del ricovero e dell'evoluzione della malattia che ha condotto alla morte il congiunto. Le parti civili sono rappresentate nel processo dagli avvocati Luigi Ciambrone, Luca Corea e Antonella Mascaro. In prima istanza il giudice ha rigettato l'eccezione di nullità dell'esame autoptico sollevato dagli avvocati degli imputati. Si tornerà in aula il prossimo 3 ottobre per ascoltare gli ufficiali di pg che hanno condotto le indagini. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Francesco Iacopino, Fabrizio Costarella, Giovanni Merante.