VIDEO | E' arrivato in Italia nel 2013. Dopo aver terminato il suo percorso di accoglienza al centro Sprar, ha deciso di vivere nel suggestivo borgo catanzarese. Oggi lavora come pizzaiolo a Soverato
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«A me piace stare a Badolato. Lavoro a Soverato e vivo qui a Badolato. Sono contento». Muneeb Shahzad, pakistano, 30 anni, è arrivato a Badolato, a 50 km da Catanzaro, nel 2013. Un borgo che ha aperto le porte ai migranti dove Muneeb ha trovato ormai la sua dimensione. E' qui infatti che, dopo aver terminato il suo percorso di accoglienza al centro Sprar, ha deciso di rimanere. «Lui è qui con noi da tanto tempo - racconta Cristina Cunsolo operatore sociale del centro Sprar di Badolato -. Ogni tanto facciamo anche qualche battuta in badolatese perché ormai lo conosce meglio di noi. La sua accoglienza all'interno dello Sprar è terminata però è ancora qui, ha trovato lavoro a Soverato. Ha fatto con noi delle cose che gli hanno dato la spinta per potersi integrare. Anche la sua, come quelle di altri ragazzi, è una storia di bella integrazione. Ha fatto qui dall'alfabetizzazione alle scuole medie, primo e secondo superiore e ora si iscriverà agli anni siccessivi. Una parte del nostro cuore sarà sempre con Muneeb. Siamo contenti del suo lavoro ma anche del nostro».
Oggi Muneeb lavora come pizzaiolo
Muneeb, passeggiando per il suggestivo borgo di Badolato, ci racconta tutto quello che ha fatto in questi anni. Tra tutte la soddisfazione di aver trovato un lavoro. Dal mese di maggio infatti, dopo aver frequentato un corso dell'Accademia Pizzaioli, è pizzaiolo in un noto locale di Soverato. «Quando sono arrivato in Italia sono stato prima a Milano, poi a Ravenna dove ho fatto richiesta di asilo politico e mi hanno trasferito qui a Badolato. Nel mio paese c'erano tanti problemi. Qui, dopo le difficoltà iniziali, ho trovato un altro mondo e tante belle persone. In questi 5 anni ho fatto un tirocinio con il comune, sto con gli anziani, io aiuto loro e loro aiutano me, gioco con i bambini, sono tutti bravi. Mi piace tanto cucinare, ho cucinato in diversi ristoranti. E poi ho fatto un corso per pizzaioli, l'ho vinto e ora sto lavorando a Soverato e mi trovo molto bene». Per il suo datore di lavoro, Salvatore Riccio, titolare del locale Dry Salapadù «Muneeb è un ottimo esempio di integrazione. Ho subito capito che è un ragazzo di grandissima volontà per cui subito l'ho assoldato all'interno della mia azienda. Ha fatto prima una esperienza estiva, è stato bravissimo, per cui oggi lui ha un bel mestiere nelle mani e per adesso è qui con me».
«Grazie al mio lavoro posso aiutare la mia famiglia»
Dunque quella serenità che Muneeb sognava quando è partito dal Pakistan per raggiungere l'Italia, è sempre più vicina ed ora guarda al suo futuro con ottimismo. «In Pakistan c'è la mia famiglia, le mie sorelle, i miei fratelli, i miei genitori. Mi mancano tanto, non li vedo da 5 anni. Ci sentiamo ogni giorno, anche solo per pochi minuti. Mia mamma vorrebbe vedermi. Con il mio lavoro cerco di aiutare anche loro. Il viaggio che mi ha portato fino a qui è stato bruttissimo, non lo voglio ricordare. Ho avuto tanti problemi però l'Italia mi ha salvato. Grazie Italia».