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L’ennesima inchiesta che coinvolge la giunta Abramo, “Multopoli” fa immaginare che la città di Catanzaro sia vittima, oppressa ed occupata da un comitato che gestisce il potere sulla pelle dei cittadini.
Una cosa non ci torna, le inchieste di questi anni coinvolgono sempre gli stessi soggetti: o sono vittime della procura, ed allora il Ministero dovrebbe aprire un’inchiesta, oppure qualcosa non torna. Non torna, per esempio, che nonostante le reiterate richieste di incontro formulate dalla CGIL al Sindaco Abramo, riguardanti il regolamento e la gestione del corpo della Polizia Municipale, lo stesso ha evitato puntualmente di convocare una riunione.
La cosa più triste che si legge nelle dichiarazioni di Sergio Abramo sui giornali di oggi, è il substrato culturale che caratterizza il Sindaco della città Capoluogo di Regione. Affermare infatti che il solo fatto di potersi permettere di pagare qualsiasi multa è una giustificazione valida per dimostrare la propria innocenza, vuol far passare un concetto che a delinquere siamo solo noi altri poveri lavoratori (o disoccupati, pensionati, ect) che abbiamo difficoltà a sbarcare il lunario ogni fine mese. Più si è poveri, dunque, più si è portati a delinquere secondo questa logica… a noi semplici cittadini, i potenti di turno, non concedono neanche il valore della morale e della legalità.
Dovremmo pensare, dunque, che le multe siano state cacciate a poveri cittadini impossibilitati a pagarle, ma scommettiamo che così non è.
Ora ci chiediamo, cambierà qualcosa dopo questa inchiesta? Il Sindaco prenderà atto di quanto accade nella sua città e prenderà provvedimenti in merito? Difendere i cittadini dai soprusi è fondamentale per affermare la legalità, Sergio Abramo è disposto a misurarsi su questo terreno?”
Giuseppe Valentino
Segretario Generale CGIL Catanzaro